
L’effetto nocivo dell’alcol sulla salute umana è stato ampiamente dimostrato da centinaia di studi scientifici ed è riconosciuto da enti internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e lo IARC. Tuttavia, alcuni gruppi di popolazione sono più vulnerabili agli effetti negativi dell’alcol, soprattutto con l’avanzare dell’età.
In questo articolo
Come cambiano gli effetti dell’alcol con l’età
Secondo un approfondimento del quotidiano americano Washington Post, la tolleranza all’alcol e i suoi effetti variano con l’invecchiamento. Bere un bicchiere di vino a 40 anni ha un impatto diverso rispetto a 70 anni. Questo perché il cervello subisce cambiamenti strutturali con il passare del tempo, aumentando il rischio di cadute, fratture, incidenti stradali e stati depressivi.
Metabolismo e interazioni con i farmaci
Con l’età, il metabolismo rallenta, prolungando la permanenza dell’alcol nell’organismo e amplificando i suoi effetti. Inoltre, la politerapia, cioè l’assunzione di diversi farmaci, è comune tra gli anziani: molti farmaci sono incompatibili con il consumo di alcol, tra cui:
- statine,
- anticoagulanti,
- antiaggreganti,
- ansiolitici,
- benzodiazepine.
Ciò aumenta il rischio di effetti collaterali gravi, mettendo sotto pressione il fegato e potenziando i danni, anche con quantità minime di alcol.
Perdita di enzimi e declino cognitivo
Superati i 65 anni, l’organismo perde gradualmente due enzimi fondamentali:
- lattasi, responsabile della digestione del lattosio,
- alcol deidrogenasi, necessaria per metabolizzare l’alcol.
La ridotta presenza di questo enzima provoca un’eliminazione più lenta dell’alcol, con effetti prolungati e dannosi.
Anche la struttura cerebrale si modifica con l’età: la corteccia si assottiglia, si perdono neuroni e il consumo di alcol può accelerare il declino cognitivo, in particolare in presenza di patologie neurodegenerative.
Nuove tendenze: il vino dealcolato
Sempre più Paesi si orientano verso bevande a zero alcol. La birra ha già aperto la strada e ora anche il vino sta seguendo questa tendenza, come dimostrato dal crescente interesse per il vino dealcolato presentato all’ultimo Vinitaly.
In Francia, il governo sta incentivando la riduzione della produzione di vino rosso per allinearsi alle nuove preferenze del mercato, mentre negli Stati Uniti le bevande analcoliche rappresentano già il 15% del settore. In Italia, invece, tre annate di vino rosso sono rimaste invendute a causa del calo delle esportazioni e si cerca di incentivare il consumo interno. Tuttavia, il costo sanitario e sociale dell’alcol rimane elevato: ogni cittadino italiano paga circa 23 euro all’anno in tasse per coprire le conseguenze del consumo di alcol, che incide per l’1,3% sul PIL nazionale.
Conclusioni
L’alcol rappresenta un rischio significativo per la salute, specialmente per gli over 65 e per chi assume farmaci. La diffusione di alternative senza alcol potrebbe essere una soluzione per ridurre l’impatto sanitario e sociale del consumo di alcolici. Promuovere una maggiore consapevolezza sui danni dell’alcol e incoraggiare scelte più salutari sono passi fondamentali per la salute pubblica.