Colesterolo alto e demenza. Per la prima volta un’imponente ricerca australiana ha dimostrato il legame diretto tra il rischio di sviluppare una forma di demenza e livelli alti di colesterolo LDL, quello considerato cattivo per intenderci. I risultati sono stati pubblicati sul sito ufficiale dell’Heart Research Institute di Newtown, in Australia.
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Colesterolo alto e demenza: analizzati 17 studi che coinvolgono più di 1 milione di persone
I ricercatori hanno messo sotto la lente di ingrandimento i dati di oltre un milione di pazienti provenienti da diversi Paesi del mondo. Tutti i partecipanti avevano un’età inferiore ai 65 anni. Il gruppo di ricerca ha analizzato 17 studi internazionali. I risultati non lasciano spazio a dubbi: l’alto tasso di colesterolo accelera l’incidenza del declino cognitivo.
Colesterolo alto e demenza: i lipidi aggregano la proteina TAU
Il team di lavoro ha spiegato che le lipoproteine a bassa densità, quindi il colesterolo LDL, ha uno stretto legame con il deterioramento cognitivo lieve. L’aggettivo non deve portare a pensare che sia qualcosa di poco pericoloso. Questo declino cognitivo è progressivo e può portare a forme più gravi.
Fino ad ora non sapevamo che il colesterolo alto fosse un fattore di rischio per la demenza. Abbiamo trovato però un collegamento importante. Il colesterolo “cattivo” aggrega una proteina chiamata “tau” tra i neuroni, che attraversa la barriera emato-encefalica e può portare al declino cognitivo.
Occorre prevenire il colesterolo alto
Il livello normale di colesterolo è di 5,17 millimoli per litro. Ogni aumento di un millimole per litro causa un aggravamento della demenza dell’8 per cento. A questo punto i ricercatori suggeriscono un’analisi del sangue ogni sei mesi dai cinquant’anni in su. Se soffriamo già di livelli alti di colesterolo LDL gli esami possono essere ripetuti anche più speso. Qui puoi trovare molti modi per tenere a bada il colesterolo senza farmaci.
Casi di demenza raddoppieranno nei prossimi decenni
In Italia oltre un milione di persone soffre di una forma di demenza. La più diffusa è la malattia di Alzheimer, che interessa 600.000 persone. Più si va avanti con l’età maggiori sono le probabilità di fare i conti con queste patologie neurodegenerative progressive, che spesso portano le persone a non essere più autosufficienti. Le stime per il futuro sono ancora più gravi. Nei prossimi vent’anni le persone colpite da una forma di demenza potrebbero raddoppiare.