Salute

Chi deve controllare i valori di vitamina D?

Arrivano le ultime raccomandazioni su chi deve sottoporsi a un esame del sangue. La migliore è la D3

Controllare i valori della vitamina D è un gesto importante per tutti, ma per alcune categorie dovrebbe essere fondamentale per il loro benessere. La rivista scientifica Endocrine Reviews ha pubblicato l’elenco delle persone a rischio che devono sottoporsi all’analisi del dosaggio ematico, per verificare i loro livelli di questa preziosa vitamina e se necessario iniziare un percorso di integrazione adeguato.

Si tratta di un semplice esame del sangue, ma che è utile per fornire informazioni sulle condizioni generali di salute, individuare anomalie da investigare e per permettere di tenere sotto controllo alcune malattie.

Gruppo San Donato

Chi deve controllare i valori della vitamina D: le 4 categorie a rischio

Il documento, che si chiama Dichiarazione di Consenso sulla Valutazione dello Stato della Vitamina D e sull’Integrazione: Perché, Quando e Come, contiene le più recenti raccomandazioni su perché, quando e come misurare e se occorre integrare la vitamina D.
Le categorie sono quattro:
  • anziani,
  • persone obese o in sovrappeso,
  • chi soffre di osteoporosi,
  • chi segue alcune terapie che limitano l’assorbimento di questa vitamina.

Quali sono i benefici di questa vitamina?

Come si legge nel documento “la carenza di vitamina D riduce l’assorbimento intestinale di calcio, portando a perdita ossea e aumento del rischio di fratture negli anziani. Meta-analisi di studi clinici dimostrano che la vitamina D e il calcio, insieme, diminuiscono le fratture dell’anca e altre fratture nei residenti delle case di riposo”.

I ricercatori sottolineano “il legame tra lo stato della vitamina D e il sistema immunitario e lo sviluppo del diabete di tipo 2. Anche gli eventi cardiovascolari e la mortalità potrebbero esserne positivamente influenzati”.

Qual è il tipo migliore per l’integrazione della vitamina D?

Gli esperti hanno chiarito che il consiglio migliore è quello di assumere dosi di vitamina D tutti i giorni. Sono però accettabili anche gli schemi con dosaggio con intervalli più lunghi, fino a 4 settimane, per rendere più semplice l’aderenza alla terapia.

Il documento conferma che il tipo di vitamina D migliore nell’integrazione è la D3. Per quanto riguarda specifiche situazioni i ricercatori evidenziano dove è preferibile usare calcifediolo e calcitriolo, come ad esempio per chi soffra di insufficienza renale ed epatica.

Va ricordato che quella che tutti chiamiamo vitamina D in realtà è un ormone. Ecco perché la sola dieta o anche l’esposizione quotidiana ai raggi solari spesso non è sufficiente e bisogna rivolgersi all’integrazione.

Leggi anche…

 

Mostra di più

Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
Pulsante per tornare all'inizio