Cervello

Guardare troppa tv dopo i 40 anni accelera il declino cognitivo?

Causa o conseguenza? Dopo la presentazione di tre studi sull'argomento, il mondo scientifico si interroga

Guardare troppa tv dopo i 40 anni fa male al cervello? Sono tre gli studi presentati alla Conferenza sulla Salute del Cuore e del Cervello su questo argomento che arrivavano alla stessa conclusione.Più spesso si guarda la tv tra i 40 e i 60 anni e più alto è il rischio di avere problemi al cervello nella terza età.

Guardare troppa tv ha un impatto generale negativo sulla nostra salute, non solo quella del cervello

Come sappiamo tutti guardare tanta tv non fa bene alla salute. Ad esempio sono diverse le ricerche che stabiliscono un legame tra passare troppe ore davanti allo schermo e l’insorgere dell’Alzheimer. Se guardare a lungo le serie tv provoca insonnia, eccedere con cartoni animati da piccoli, crea adulti con un rischio più alto di avere le ossa fragili. Uno studio lega il sovrappeso in adolescenza alla presenza del piccolo schermo nella cameretta dei bambini.

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Guardare troppa tv dopo i 40 anni: le tre ricerche presentate dall’associazione dei cardiologi americani

I ricercatori di tutte e tre le ricerche hanno utilizzato il guardare la televisione come un comportamento sedentario. La tv si guarda in genere comodamente seduti o addirittura sdraiati a letto o sul divano. La salute mentale dei partecipanti ai test è stata poi misurata attraverso un questionario in cui venivano domandate le proprie abitudini oltre a rispondere a un test cognitivo e a essere sottoposti a una scansione del cervello con la risonanza magnetica.

Guardare troppa tv dopo i 40 anni: le conseguenza sulla materia grigia

Nel complesso chi guardava molta tv soffriva di un deciso declino cognitivo e di una riduzione della materia grigia nel cervello negli ultimi anni della propria vita. La materia grigia è coinvolta nel prendere le decisione, nell’ascolto e nella visione, oltre che nel controllo dei muscoli. Dai loro dati i gruppi di lavoro hanno stabilito che per ogni ora in più di tv vista corrispondeva a uno 0,5% in meno del volume di materia grigia.

I ricercatori hanno avvisato che anche fare attività fisica non era necessariamente sufficiente a combattere o contrastare l’effetto negativo della televisione.

Non è ancora chiaro se sia una causa o una conseguenza

L’American Heart Association ha confermato che ci sono molte ricerche scientifiche che collegano l’inattività, soprattutto il restare seduti per molte ore durante la giornata, a un maggiore rischio di sviluppare malattie croniche importanti come quelle cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e alcuni tipi di tumore. C’è da sottolineare che correlazione non significa causa. Anche questi tre nuovi studi non spiegano le cause del declino cognitivo. Occorrerà quindi svolgere nuove e più dettagliate ricerche per comprendere le reali cause dell’insorgere di questi problemi. Le nuove ricerche dovranno spiegare se sia sufficiente guardare la tv o se il problema sta nel fatto che se guardiamo tanti programmi televisivi, avremo meno ore di attività durante la giornata.

Gli antidoti alla troppa televisione

È certo però che fare attività fisica durante gli anni della mezza età è cruciale per avere una buona salute mentale da anziani.

Il consiglio è quello di cercare di fare attività che impongano il movimento, che però ci piacciano. È inutile costringerci alla lettura se non ci piace. Com’è senza senso sforzarci di fare palestra se non ci piace. Va bene anche un giro in bicicletta oppure scegliere di farsi una nuotata in piscina.

Se proprio decidiamo di rimanere seduti, cerchiamo di fare attività che riescano a stimolare il nostro cervello, come ad esempio dedicarci alle parole crociate, suonare uno strumento musicale o anche lavorare a maglia.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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