La percezione del sapore dipende dalle nostre aspettative. È questo in estrema sintesi il risultato di uno studio internazionale che ha visto collaborare insieme la East China Normal University di Shanghai in Cina e la Wake Forest School of Medicine negli Stati Uniti. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Plos Biology.
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Aspettative e percezione: lo studio che ha dimostrato il legame
I ricercatori hanno analizzato i dati di una cinquantina di volontari, tutti con una diverso grado di preferenza o di avversione per il gusto piccante. Gli esperti li hanno quindi divisi in gruppi con gli stessi gusti e prima di fare assaggiare loro una salsa hanno fatto sapere qualcosa sulla piccantezza. Un piccolo teaser si direbbe oggi.
A questo punto hanno monitorato le loro reazioni neurologiche e comportamentali grazie a una risonanza magnetica funzionale cerebrale. In questo modo hanno confermato la loro ipotesi di partenza: le aspettative plasmano le nostre percezioni, come hanno scritto nell’incipit dello studio.
Relazione diretta tra aspettative e percezione
I risultati hanno spiegato che chi avesse aspettative positive ha manifestato una attività maggiore delle regioni cerebrali legate al piacere: in particolare corteccia prefrontale dorsolaterale e l’insula anteriore. Chi invece aveva aspettative negative ha visto aumentare l’attività del circuito neurale del dolore.
I ricercatori hanno quindi compreso come la semplice aspettativa di provare piacere o dolore abbia un’influenza importante sulla riposta neurale del nostro cervello, che è come se venisse spinto a provare alcune sensazioni invece di altre.
Si aprono strade nuove per cercare di indirizzare i processi neurali sul pensiero positivo
Questo passaggio è particolarmente interessante quando si esce dall’esempio dell’aspettativa del piccante e si parla di malattia o meglio di come affrontare una diagnosi e le terapie. A questo punto sarà più semplice mettere appunto dei procedimenti per intervenire sui processi neurali, creando delle aspettative che siano il più positive possibili. Insomma il potere del pensiero positivo potrebbe influenzare non solo la sensazione del dolore, ma anche l’esito di trattamenti e terapie.
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