Sta facendo molto discutere il caso Imane, dopo che nel suo sangue sono stati rinvenuti alti livelli di cadmio e antimonio.
In questo articolo
Caso Imane: il cadmio
Il cadmio è un metallo pesante. Si può trovare negli alimenti che ingeriamo. Viene assorbito solo in piccola parte dal nostro corpo, dove viene trattenuto anche per decine di anni da reni e fegato, non costituendo a livelli normali alcun problema per la salute.
La sua presenza nel cibo dipende essenzialmente dalla contaminazione dell’aria, delle acque e del terreno. Oltre al fegato, gli altri cibi che è più facile che lo contengano sono i funghi, le alghe essiccate, la polvere di cacao e i molluschi.
I valori “normali”
I livelli di cadmio ritenuti normali in un test delle urine va dallo 0,1 allo 0,9 mg per litro. Quello riscontrato nel caso in esame raggiunge i 7 mg.
Cosa succede se ne ingeriamo troppo
Se ingeriamo troppo cadmio i sintomi principali sono:
- mal di stomaco,
- diarrea,
- vomito,
- demineralizzazione delle ossa con conseguente rischio di fratture,
- danni al sistema immunitario e a quello nervoso,
- problemi di fertilità,
- disturbi psicologici.
Le conseguenze possono essere anche più gravi:
l’accumulo di questo metallo nel tempo può portare a molti problemi. I primi organi a risentirne sono i reni. A lungo andare si può andare incontro anche a insufficienza renale. L’esposizione ad alte dosi aumenta il rischio di sviluppare il cancro al seno, alla vescica, all’endometrio e ai polmoni.
Caso Imane: l’Antimonio
L’antimonio è un metallo molto utilizzato dall’industria. È usato nelle batterie per le automobili e viene legato con il piombo, perché lo rafforza in modo significativo. Ma è impiegato anche per produrre ceramiche, vernici, smalti, tessuti ignifughi, fiammiferi. Si trova anche in alcuni farmaci antiparassitari.
Si può trovare nell’aria e nelle acque
Questo metallo può trovarsi nelle acque e nell’aria contaminate. Anche il fumo di sigaretta può alzare i livelli nell’aria all’interno di una stanza. Alcune tracce se ne possono rinvenire negli alimenti che mangiamo. L’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito nell’acqua il limite raccomandato per la presenza di antimonio a 20 microgrammi/litro, l’Unione europea a 5 microgrammi/litro.
Gli effetti sulla salute
Questo metallo quando ingerito viene assorbito principalmente dal fegato, dalla milza e dal tessuto osseo. Solo una piccola parte viene assimilata dall’intestino.
La forma più pericolosa per la salute è l’antimonio trivalente, capace di penetrare nei globuli rossi. Alcune ricerche hanno sostenuto che possa essere un possibile cancerogeno, ma non sono ancora stati svolti studi clinici sull’uomo.
In piccole quantità i sintomi sono comuni a un’intossicazione alimentare:
- mal di testa,
- vertigini.
A dosi elevate si manifesta con attacchi violenti e frequenti di vomito fino a causare la morte in pochi giorni.
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