Focus a cura di Maria Chiara Vulpiani, docente di medicina fisica e riabilitazione alla Sapienza di Roma.
Per spalla congelata o capsulite adesiva, il problema di Marco Liorni, s’intende una condizione di dolore e di rigidità articolare a livello della spalla, con riduzione della possibilità di movimento attiva e passiva. È caratterizzata da un’infiammazione della capsula che ricopre l’articolazione, determinandone la perdita della normale elasticità e la diminuzione del volume. Sono più colpite le persone tra i 40 e i 70 anni. Il disturbo può presentarsi spontaneamente, o essere conseguenza di cattiva postura, altre patologie (traumi alla spalla) o farmaci (come i barbiturici).
In questo articolo
Sintomi della capsulite adesiva
Inizialmente dolore diffuso a tutta la spalla, che peggiora con il movimento e che determina a lungo andare una riduzione del movimento stesso. A causa del dolore, infatti, il paziente è spontaneamente portato a non utilizzare il braccio, proprio com’è accaduto a Liorni: si formano aderenze cicatriziali (questo il termine tecnico), che riducono la mobilità dell’articolazione. In una fase finale, detta del disgelo, le cicatrici possono diventare più elastiche, consentendo un certo recupero del movimento.
Diagnosi della capsulite adesiva
È prima di tutto clinica. Lo specialista, ortopedico o fisiatra, constata il disturbo e indirizza verso esami strumentali specifici, come la radiografia e la risonanza magnetica nucleare.
Terapia
Nelle fasi iniziali gli antinfiammatori, come il ketoprofene, sono utili per ridurre la formazione di tessuto cicatriziale e consentire maggiore possibilità di movimento senza che si manifesti il dolore. In alcuni casi si possono eseguire infiltrazioni intrarticolari con cortisonici e anestetici, o anche di acido ialuronico per lubrificare l’articolazione. Possono inoltre essere di giovamento le terapie fisiche per il controllo del dolore, come l’elettroterapia antalgica, gli ultrasuoni a freddo, la terapia con onde d’urto focalizzate. Per il recupero del movimento è fondamentale eseguire una mobilizzazione attiva assistita, oppure passiva, da parte di un terapista della riabilitazione. Sarebbe auspicabile che la mobilizzazione avvenisse in acqua, possibilmente idroterapia in una piscina riscaldata. Seguirà un programma di esercizi domiciliari con il fisioterapista, con ausili quali elastici e carrucole.
L’intervento
Nei casi gravi, per eliminare le cicatrici può essere necessaria un’operazione in artroscopia (con l’introduzione di uno strumento attraverso uno o più piccoli fori, in anestesia locale o generale). Dopo sarà necessario un periodo di riabilitazione a casa.
Si può prevenire?
Il modo migliore per evitare l’aggravarsi della capsulite è contattare subito il medico se si sviluppa un dolore alla spalla tale da limitarne il movimento. Per evitare le recidive, è utile un’adeguata attività fisica, come quella praticata da Liorni, specie in acqua, dal nuoto all’aquagym.
Maria Chiara Vulpiani, docente di medicina fisica e riabilitazione alla Sapienza di Roma
Leggi anche…
None found