Per diagnosticare il cancro alla prostata meglio la risonanza magnetica piuttosto che le biopsie sistematiche attraverso il test del PSA. A rilevarlo una revisione di studi condotta all’Erasmus University Medical Center di Rotterdam che potrebbe cambiare la pratica clinica. Gli esperti, coordinati da Ivo Schoots, hanno analizzato in tutto 43 studi.
La risonanza magnetica
Usando una prevalenza di cancro pari, al basale, al 30%, il team dello studio ha riscontrato che con la risonanza magnetica potrebbero emergere 216 veri positivi, 28 falsi positivi, 672 veri negativi e 84 falsi negativi ogni 1.000 uomini.
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La biopsia sistematica
Al contrario, la biopsia sistematica potrebbe produrre 189 vero positivi, zero falsi positivi, 700 veri negativi e 111 falsi negativi ogni 1.000 uomini.
Le conclusioni dell’esperto
«Raccomandare una risonanza magnetica anticipata in tutti gli uomini in cui si sospetta un cancro alla prostata è giustificato» conclude Schoots. «Tuttavia, la MRI non è inconfutabile e laddove esista un’elevata probabilità di un cancro alla prostata clinicamente significativo, le biopsie sistematiche dovrebbero rimanere un’opzione molto concreta anche in uomini con MRI negative».
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