È un disturbo del linguaggio che interessa, solo nel nostro Paese, circa un milione di individui, 150.000 dei quali hanno meno di 18 anni. La balbuzie è caratterizzata da un’involontaria ripetizione dei suoni o di un loro prolungamento, che spesso include anche esitazioni, pause o blocchi, udibili o silenti, come fa sapere l’Associazione Vivavoce, nata nel 2019 dalla volontà di ex balbuzienti che hanno frequentato i percorsi del Centro Medico Vivavoce di Milano. A prescindere dalle molteplici manifestazioni e forme attraverso le quali si esplica (come abbiamo raccontato qui), la balbuzie può generare solitudine e autoesclusione: questa condizione, infatti, scatena sentimenti di frustrazione, vergogna, paura e bassa autostima. Ogni volta che parla, la persona che balbetta sa che si bloccherà e ciò fa sì che sperimenti ansia, stress e imbarazzo, che a loro volta possono aumentare la frequenza e l’intensità del disturbo del linguaggio.
«Uno dei grandi problemi che riguardano la balbuzie è che tutti pensano di sapere cosa sia ma in realtà ciascuno (il genitore, l’insegnante, ma spesso anche il medico) ha solo una propria visione della difficoltà, che giudica e definisce in base al proprio filtro culturale», interviene Giovanni Muscarà, ex balbuziente, fondatore del Centro Medico Vivavoce e vice-presidente dell’Associazione Vivavoce. «Alla balbuzie si associa un determinato stereotipo, che si materializza nella figura di un individuo un po’ ansiogeno. Sono cresciuto con la gente che mi rideva in faccia quando mi sentiva parlare. Per questo, mi addolora quando in una trasmissione televisiva, come è successo di recente a Tù sì que vales, si usa la balbuzie come pretesto per far ridere la gente. Le conseguenze di questo, credetemi, sono terribili. Per quel che riguarda la balbuzie il percorso da fare è ancora molto lungo ma qualcosa di concreto si può fare. Ho voluto fortemente la creazione di un centro per aiutare le persone con problemi di comunicazione, per risparmiare a tanta gente la fatica che ho fatto io perché la balbuzie è un disturbo devastante: se la società ne sapesse di più sulla balbuzie forse ne riderebbe di meno», conclude Muscarà.
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Il decalogo di Vivavove per aiutare i genitori a comprendere meglio questo disturbo
Sensibilizzare sulla balbuzie significa proprio far conoscere meglio questo disturbo e promuovere una maggior comprensione di questo fenomeno e delle sue cause. Per questo Vivavoce, partner del Centro di Neurolinguistica e Psicolinguistica dell’Università Vita-Salute San Raffaele diretto dal professor Jubin Abutalebi, ha voluto stilato un breve decalogo utile ai genitori, per sostenere in modo concreto un bambino o un ragazzo che soffre di balbuzie.
Ascolta e mostra interesse
Dedica più tempo ad ascoltare tuo/a figlio/a, dando più attenzione a cosa dice rispetto a come lo dice.
Non correggere o anticipare
Interrompere o completare le frasi al suo posto aumenta la percezione di non potercela fare da solo.
Evita frasi rassicuranti
“Stai calmo, respira” sono frasi o parole che aumentano la pressione comunicativa e rischiano di aumentare le manifestazioni legate alla balbuzie.
Crea un ambiente in cui poter parlare delle emozioni legate alla balbuzie
È importante favorire un clima disteso e accogliente in cui poter dare spazio e verbalizzare i vissuti che accompagnano la balbuzie di tuo/a figlio/a.
Promuovi l’autostima
Valorizza i risultati raggiunti più che i difetti. Lui/lei non è la sua balbuzie!
Non sostituirti a lui/lei
Non essere tu il primo a dargli alibi per rinunciare all’interazione, lascia che si esprima con i suoi tempi.
Non riservare un trattamento diverso
Non considerare tuo/a figlio/a più “problematico” rispetto agli altri, può raggiungere i lori stessi traguardi.
Stimola l’interazione e il dialogo
Spronalo sempre a mettersi in gioco nel quotidiano, a casa, a scuola e fuori.
Non è colpa tua se tuo/a figlio/a balbetta
Sicuramente un clima conflittuale o poco sereno a casa o a scuola potrebbe aumentare la frequenza e l’intensità della balbuzie di tuo/a figlio/a, ma non sono situazioni familiari o stile genitoriale la causa della sua balbuzie.
Sii tu il primo portavoce del corretto approccio alla balbuzie
Partendo dagli ambiti in cui tuo/a figlio/a si relaziona (scuola, sport, amici, etc.).
Un servizio prezioso e gratuito: lo sportello SOS 0-99
L’Associazione Vivavoce nasce proprio per rendere viva la voce di chi soffre di disturbi legati alla comunicazione, per contribuire a rendere ogni persona libera di essere sé stessa potendo esprimere senza nessuna limitazione il mondo che ha dentro, attraverso un servizio di supporto gratuito per tutti. Lo sportello SOS 0-99 risponde ad alunni, genitori e docenti in merito a dubbi, esigenze, difficoltà della gestione in relazione a situazioni di disturbi del linguaggio, dell’apprendimento e della sfera emotiva. L’Associazione Vivavoce si occupa anche di formazione dei docenti a vari livelli (scuola dell’infanzia, primaria e secondaria) tramite progetti personalizzati per la comprensione del fenomeno e l’individuazione di potenziali campanelli d’allarme.