Sarà la voglia di festa e il caldo insolito di questi giorni, ma ancora si sente parlare poco di influenza. Finora sono finiti a letto quasi 600 mila italiani, un numero abbastanza contenuto che fa capire come il contagio quest’anno stenti a decollare. Secondo l’ultimo bollettino dei medici sentinella della rete Influnet, l’attività virale resta «a livelli di base», ma è molto probabile che questi giorni di festa portino ad un’impennata dei casi.
«I contatti ravvicinati sono l’incubatore migliore per la diffusione della malattia, il cui andamento sta confermando per ora le previsioni fatte a inizio stagione», spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano. Ovviamente si attende «un incremento dei casi – aggiunge – anche se molto dipenderà dall’andamento delle temperature».
Incognita meteo a parte, anche l’emergenza smog potrebbe giocare a favore dei virus. «Con le vie respiratorie già irritate dalle polveri sottili – ricorda l’esperto – i virus potrebbero trovare una breccia aperta per introdursi più facilmente».
Al momento, comunque, «l’incidenza delle sindromi influenzali rimane quella tipica di inizio stagione». Sono circa 90 mila i casi stimati nell’ultima settimana monitorata (14-20 dicembre), pari a un’incidenza totale di 1,49 casi per mille assistiti. Dall’inizio della sorveglianza epidemiologica, gli italiani messi a letto dai virus sono circa 573 mila.
Come sempre, i più colpiti sono i bambini: nella fascia d’età compresa fra 0 e 4 anni, l’incidenza è pari a 4,18 casi per mille assistiti. Dai 5 ai 14 anni i casi sono 1,81 per mille, nella fascia 15-64 anni l’incidenza scende a 1,57 su mille e fra gli over 65 a 0,56 su mille. «In tutte le Regioni, l’incidenza è sotto la soglia epidemica, tranne che in Piemonte, nella Provincia autonoma di Trento, nel Lazio, in Campania e in Basilicata». Nel rapporto si sottolinea però che «l’incidenza osservata in alcune Regioni è fortemente influenzata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato, al momento, i loro dati».
Come proteggersi? Il primo consiglio è ovviamente la vaccinazione delle categorie a rischio. E poi «attenzione agli sbalzi di temperatura», ricorda Pregliasco, che suggerisce come di consueto di «vestirsi a strati». Quanto allo smog, «le ore più critiche sono quelle centrali della giornata. Meglio dunque aerare i locali di mattina e sera».
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