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Risonanza magnetica
per i bimbi a rischio
Potrebbe bastare una risonanza magnetica per scoprire in anticipo se un bambino diventerà autistico come il fratellino o la sorellina più grandi: dalle dimensioni del cervello nel primo anno di vita è infatti possibile prevedere l’insorgenza dei sintomi autistici nell’80% dei casi. A indicarlo è un’ampia ricerca statunitense coordinata dall’Università del North Carolina e pubblicata sulla rivista Nature. (Scopri di più leggendo qui)
Un test dello sguardo per capire
se il neonato avrà l’autismo
Un semplice esame per diagnosticare l’autismo, malattia intorno alla quale si concentrano falsi miti e ignoranza, tra cui la bufala che siano i vaccini a provocarla, notizia smentita da tutto il mondo scientifico internazionale e che si deve al fatto che i sintomi dell’autismo si sviluppano nella stessa età in cui solitamente i bambini vengono vaccinati. Niente di più falso, come ampiamente dimostrato da decine di rigorosi studi scientifici. (Scopri di più leggendo qui)
Trapianto di feci migliora i sintomi
Batteri buoni nell’intestino per curare l’autismo. È questo il risultato di uno studio della Arizona State University e dalla Ohio University che hanno messo sotto osservazione per due mesi e mezzo 18 ragazzini con un’età compresa tra i 7 e i 16 anni con disturbo dello spettro autistico. Per un periodo di otto settimane i giovani partecipanti hanno seguito una terapia a base di antibiotici, farmaci per la pulizia intestinale e il trapianto di microbioma o di feci. (Leggi qui cos’è il trapianto di microbioma).
Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Microbiome, ha dimostrato un miglioramento medio dell’80% dei sintomi gastrointestinali comuni in chi soffre di autismo e tra il 20 e il 25% di miglioramento in alcuni comportamenti tipici, comprese le abilità sociali e le abitudini di riposo. (Scopri di più leggendo qui)
Preparare subito i genitori
riduce i sintomi
Un rapido intervento focalizzato sull’aiutare i genitori a comunicare con i loro bambini colpiti da autismo riduce la gravità dei sintomi. La scoperta arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet, condotta dalle Università di Manchester e Newcastle insieme al King’s College di Londra. Per questo è stato istituito il progetto Preschool Autism Communication Trial (PACT). I ricercatori inglesi hanno messo sotto osservazione 152 bambini autistici con un’età compresa tra i 2 e i 4 anni. Sono stati divisi in due gruppi: il primo ha ricevuto un intervento tempestivo, il secondo no. Nel gruppo di intervento, il 46% dei bambini aveva una forma di autismo grave, contro il 63% del gruppo di controllo. (Scopri di più leggendo qui)
Il ruolo dell’acido folinico
I bambini che soffrono di disturbi dello spettro autistico potrebbero migliorare le loro capacità di comunicazione verbale grazie all’assunzione di acido folinico, una particolare forma della vitamina B nota come folato. A indicarlo è un piccolo studio preliminare ma molto promettente, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry dall’Arkansas Children’s Research Institute, negli Stati Uniti. (Scopri di più leggendo qui)
La Shakespeare therapy
aiuta i bambini a comunicare
William Shakespeare riesce a fare breccia nella cortina che separa i bambini autistici dal mondo circostante: la recitazione delle sue opere, insegnata attraverso il gioco, ha infatti il potere di migliorare le abilità comunicative e sociali dei piccoli affetti da disturbi dello spettro autistico. Lo dimostra uno studio dell’Università dell’Ohio, pubblicato sulla rivista Research and Practice in Intellectual and Developmental Disabilities. (Scopri di più leggendo qui)