Chi ha un pacemaker o un defibrillatore cardiaco lo sa. Al metal detector della banca o dell’aeroporto bisogna fare attenzione. Tutta colpa del campo magnetico generato dal sistema di sicurezza che, per chi porta un dispositivo impiantabile per regolarizzare o tenere sotto controllo la frequenza del cuore, potrebbe essere fonte di una fastidiosa interferenza.
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Dispositivi impiantabili: cosa accade se c’è un’interferenza
Non è ovvio che accada (anzi, ormai i dispositivi di ultima generazione sono ben schermati), ma mal che vada si resettano, cioè si riprogrammano automaticamente. «Di certo», rassicura Claudio Tondo, direttore del Dipartimento di aritmologia all’IRCCS Centro Cardiologico Monzino di Milano, «non bisogna temere che si spengano mettendo in pericolo il paziente». Mentre il defibrillatore avverte quando c’è qualche problema con un allarme sonoro, chi porta il pacemaker può anche non accorgersi del reset. Dipende dalla sua «dipendenza» dal dispositivo.
«Se è stato impiantato solo per intervenire in determinate circostanze, ad esempio quando c’è un’eccessiva riduzione della frequenza cardiaca, il paziente potrebbe non rendersene conto mai», continua il cardiologo. «I controlli periodici servono anche a questo. Altrimenti, se il suo cuore è abituato a una stimolazione più alta, potrebbe accorgersene nei giorni o nelle settimane successive. Sentendosi più affaticato nello svolgere comuni attività quotidiane».
Auricolari bluetooth e pacemaker
Ci si chiede se la stessa interferenza possa nascere anche dai dispositivi che emettono campi magnetici più piccoli, proprio come gli auricolari wireless. La risposta è no. «E in effetti i casi registrati in letteratura sono davvero pochi», osserva Tondo. Tuttavia, è anche vero che non sono dispositivi così diffusi tra le persone che portano un pacemaker o un defibrillatore, in genere piuttosto anziane.
La distanza di sicurezza tra auricolari bluetooth e pacemaker
«Qualche anno fa a Boston hanno testato l’influenza degli auricolari wireless su circa 60 pazienti portatori di pacemaker e in una dozzina di loro si sono verificate interferenze, ma solo quando c’erano distanze minime, di 3 centimetri, tra i due dispositivi», specifica il cardiologo. «Da qui l’importanza di tenere gli auricolari wireless non troppo vicini al cuore, almeno a 20 centimetri. Il consiglio vale anche per il telefono. E infatti i pazienti sanno che non è il caso di tenerlo nel taschino della camicia o nella tasca interna della giacca».