Focus di Stefano Corna, dirigente medico presso la divisione di recupero e rieducazione funzionale della Fondazione Salvatore Maugeri Istituto Scientifico Irccs di Veruno (Novara).
L’atassia vestibolare è un tipo di atassia che è causata da una disfunzione del sistema vestibolare: chi ne soffre è disturbato nella coordinazione del corpo e nell’equilibrio.
Il vestibolo, che si trova nella parte interna dell’orecchio chiamata labirinto, ospita i ricettori dell’accelerazione, che trasmettono al cervello i dati sulla posizione del corpo nello spazio, permettendogli di mantenerci in equilibrio.
Il cervello è abituato a decifrare due segnali identici che arrivano da destra e da sinistra: se uno salta, il sistema va in tilt e ne deriva l’atassia. Oltre al vestibolo, ci sono altri indicatori che permettono al cervello di orientarci nello spazio: sono la vista e la sensibilità corporea attraverso recettori posizionati nella pelle, nei muscoli e nelle articolazioni.
SINTOMI. Chi è colpito da atassia vestibolare soffre di vertigini, ha la sensazione di stare continuamente per cadere, a volte possono esserci episodi di nausea e vomito e più raramente si può sentire un fischio (l’acufene) in un orecchio o in entrambi.
CAUSE. Spesso l’alterazione del sistema vestibolare è dovuta a un’infiammazione del nervo vestibolare, riconducibile a una infezione virale, meno frequentemente batterica, o a un’insufficiente irrorazione sanguigna della zona. Tra le cause meno frequenti di atassia vestibolare possono esserci i traumi, come un incidente d’auto.
DIAGNOSI. La funzionalità del vestibolo può essere valutata attraverso due esami. Il primo è il test calorico, che consiste nell’inserire acqua fredda e calda all’interno dell’orecchio, il secondo è effettuato attraverso una poltrona che ruota su se stessa.
Entrambi i metodi stimolano i ricettori del vestibolo per verificarne poi la loro reattività attraverso la registrazione di movimenti involontari dell’occhio (nistagmo). Esistono poi test strumentali che valutano eventuali alterazioni dell’equilibrio in condizioni statiche (stabilometria) o durante il cammino (baropodometria).
CURE. La terapia dell’atassia vestibolare non è esclusivamente farmacologica. Nella fase acuta il paziente va tenuto a letto per almeno due-tre giorni, somministrando una terapia sintomatica. Poi bisogna verificare se il sistema nervoso riesce a controbilanciare il deficit in maniera autonoma o se è necessario intervenire.
Dopo i primi giorni, infatti, comincia la cosiddetta fase di compenso, in cui il cervello cerca di ripristinare da solo il sistema dell’equilibrio corporeo. Di solito ci riesce. Altrimenti, è necessario rieducare il sistema nervoso con una fisioterapia dedicata (leggi anche: la riabilitazione per le vertigini).
Durante la riabilitazione va eseguita una sequenza di movimenti che coinvolgono occhi, testa, tronco e tutto il corpo. Una nuova possibilità è inoltre offerta dall’utilizzo delle pedane mobili, come quella dell’Irccs Fondazione Maugeri di Veruno.
Si tratta di una strumentazione che permette di eseguire la terapia anche ai pazienti con sintomi particolarmente gravi o con ridotta capacità motoria. Le oscillazioni della pedana, come gli esercizi della fisioterapia tradizionale, stimolano la riacquisizione dei corretti schemi motori ma in questo caso i malati, assicurati da un’imbracatura sopra la pedana, riescono a eseguire con più facilità e tranquillità la terapia riabilitativa.
Stefano Corna, dirigente medico presso la divisione di recupero e rieducazione funzionale della Fondazione Salvatore Maugeri Istituto Scientifico Irccs di Veruno (Novara)
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