Artrite, artrosi e reumatismi. Le malattie reumatiche sono in assoluto le più diffuse: ne soffre circa il 10% della popolazione. Sono patologie croniche e caratterizzate da:
- dolore,
- rigidità,
- disabilità di vario grado fino all’invalidità.
Tanto per fare qualche esempio:
- l’artrite reumatoide colpisce lo 0,5% della popolazione,
- l’artrite psoriasica l’1%,
- la spondilite anchilosante lo 0,3%,
- il lupus lo 0,1%.
Anche il peso sociale ed economico è elevato. Le malattie reumatiche sono una delle principali cause di assenza dal lavoro e un paziente in terapia con farmaci biologici può costare ben oltre i 10.000 euro l’anno.
In questo articolo
Artrite, artrosi e reumatismi
Nonostante i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità sostengano siano la prima causa di dolore e disabilità in Europa, infatti, le malattie reumatiche sono ancora inspiegabilmente sottovalutate. Come mai? Lo abbiamo chiesto a Ignazio Olivieri, presidente della Società italiana reumatologia e direttore dell’unità operativa complessa di reumatologia dell’AO San Carlo di Potenza (puoi chiedergli un consulto qui).
Artrite, artrosi e reumatismi: perché non c’è una conoscenza adeguata di quelli che comunemente chiamiamo reumatismi?
È sbagliata la percezione che la gente comune ha dei reumatismi. Ricordo che quand’ero ragazzo e andavo al campeggio con gli scout mia mamma mi diceva sempre «Non prendere umidità, che poi ti vengono i reumatismi». Penso che sia passato il messaggio che i reumatismi siano dolori articolari collegati al freddo e all’umidità, problemi che vengono agli anziani. Questo messaggio è sbagliato. Per riportare la questione sui binari giusti bisogna parlare di malattia reumatica. La reumatologia si occupa di 150 patologie diverse sia a carattere degenerativo come l’artrosi e l’osteoporosi, sia a carattere infiammatorio come l’artrite reumatoide, le spondiloartriti e l’artrite psoriasica accomunate tutte da un andamento cronico, ma diverse nell’evoluzione e nell’aggressività. La gran parte di queste patologie è di origine ancora sconosciuta. A seconda del distretto che colpiscono si distinguono in:
- artriti (colpite le articolazioni),
- connettiviti (colpito il connettivo),
- sistemiche (colpiti diversi organi),
- vasculiti (colpiti i vasi sanguigni).
Spesso si fa confusione tra artrite e artrosi…
Artrite e artrosi in effetti hanno dei punti in comune. Entrambe interessano le articolazioni ed entrambe sono caratterizzate da dolore accompagnato da rigidità e da limitazione nei movimenti delle articolazioni colpite. Sono proprio queste somiglianze a generare confusione, spingendo le persone a scambiare l’una per l’altra. Eppure sono due malattie ben distinte che si differenziano in diversi punti. Primi tra tutti, la natura della patologia e l’età dei soggetti colpiti. L’artrite è una patologia infiammatoria cronica di origine autoimmune che può svilupparsi in soggetti di ogni età, anche nei bambini, mentre l’artrosi è una malattia degenerativa che insorge soprattutto dopo i 50 anni.
L’artrite
L’artrite si manifesta con l’infiammazione articolare caratterizzata da gonfiore, tumefazione, arrossamento, rigidità, aumento della temperatura nell’area colpita e dolori che comportano anche la perdita della capacità motoria delle articolazioni interessate. Le forme più severe possono deformare le articolazioni, compromettendo la capacità di svolgere anche i più semplici compiti quotidiani. Con il passare degli anni l’infiammazione tende a peggiorare se non riconosciuta e curata adeguatamente. Esistono diversi tipi di artrite, tra cui l’artrite reumatoide (anche nella forma giovanile), la gotta, e l’artrite nell’ambito di malattie del connettivo quali il lupus eritematoso sistemico.
L’artrosi
L‘artrosi, invece, non è una malattia infiammatoria, ma una forma degenerativa cronica. Colpisce soprattutto le persone più avanti con gli anni perché è connessa all’usura delle articolazioni. Le strutture articolari più frequentemente colpite sono quelle maggiormente sollecitate dal peso e dall’attività, tra cui ginocchia, anche, spalle, mani, piedi e colonna vertebrale. Con il processo degenerativo dell’artrosi si assiste a un assottigliamento della cartilagine articolare. Questo è dovuto a deformità ossee che causano il dolore e i sintomi specifici dell’artrosi, particolarmente evidenti a livello delle falangi distali delle mani, per esempio. In realtà oggi non abbiamo delle terapie in grado di modificare l’evoluzione dell’artrosi. Al momento la terapia è solo sintomatica, però una gestione medica in strutture adeguate migliora la qualità della vita.
La reumatologia tratta più di 150 malattie, quindi la sintomatologia è diversa da malattia a malattia?
Ovviamente sì, ma ci sono dei segnali comuni. Il sintomo principale rimane il dolore accompagnato da limitazione della funzione. Spesso c’è tumefazione, calore e rossore delle articolazioni. Poi l’affaticabilità, la deformazione e gli scrosci (rumori) articolari sono segni e sintomi che vanno tenuti in considerazione.
Il dolore può essere acuto ma può anche cronicizzarsi diventando esso stesso malattia con necessità di una cura puntuale e precisa.
Come reagire a una malattia reumatica?
Fondamentale la diagnosi precoce. Grazie ai farmaci biologici se interveniamo nei primi stadi della malattia possiamo contrastarne l’evoluzione. Tra questi possiamo citare l’infliximab, l’etanercept, l’anakinra e l’adalimumab. Si tratta di molecole in grado di avere una buona efficacia su alcune patologie reumatiche altrimenti invalidanti. La terapia va seguita con molta attenzione e dietro rigido controllo medico, personalizzando dosi e modalità d’uso. Per questo i farmaci biologici vengono dati solo in centri autorizzati distribuiti su tutto il territorio nazionale. Grazie a questi farmaci però oggi i pazienti si possono curare molto meglio rispetto al passato.
È bene sottolineare però che la reumatologia ha bisogno della medicina generale perché il paziente quando ha i primi sintomi si rivolge al medico di famiglia. È lui che deve indirizzarlo verso un centro di reumatologia.
Si parla spesso di diagnosi precoce, ma poi ci sono liste d’attesa molto lunghe.
Abbiamo sofferto molto i tagli alla Sanità. Il nostro obiettivo è che per ogni milione di abitanti ci sia un’unità reumatologica complessa a guida universitaria ospedaliera per dare la possibilità di una diagnosi precoce al maggior numero possibile di pazienti. Per cercare di snellire le procedure stiamo organizzando delle classi di priorità. Se un paziente ha l’artrite dev’essere visto nel giro di un mese.
Francesco Bianco
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