La chiamano “malattia delle vetrine”, ma non è una forma di shopping compulsivo. Chi ne soffre, in realtà, è costretto a fermarsi quando cammina, ad esempio davanti alle vetrine dei negozi, a causa dei dolori che attanagliano le gambe. Colpa dell’arteriopatia ostruttiva periferica, una malattia vascolare che determina un’alterata circolazione del sangue nelle zone periferiche del corpo. Colpisce un ultrasessantenne su cinque. Se non viene scoperta e curata in tempo, può causare una grave invalidità e perfino l’amputazione degli arti. A spiegarlo sono gli esperti riuniti al Congresso Nazionale della Società di Angiologia e Patologia Vascolare (SIAPAV).
In questo articolo
La malattia
L’arteriopatia ostruttiva periferica (AOP) «è un tema che ci preoccupa molto, perché è molto diffusa», spiega Adriana Visonà, presidente SIAPAV. «Si calcola che intorno ai 60-65 anni, una persona su 5 abbia questa patologia, che può diventare invalidante. Il paziente fa fatica a camminare o addirittura arriva a non poter riposare la notte. Questo accade perché ha dolore o ulcere che possono portare anche all’amputazione. Anche nelle forme più lievi, questa malattia comporta un alto rischio di mortalità cardiovascolare».
Le cause dell’arteriopatia periferica
Il problema nasce da un’ostruzione delle arterie degli arti inferiori dovuta all’aterosclerosi, cioè al progressivo invecchiamento e ispessimento delle pareti dei vasi sanguigni. «L’AOP è una patologia che aumenta con l’età e con l’esposizione a fattori di rischio come il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il fumo», precisa Gianfranco Lessiani, consigliere nazionale SIAPAV.
I sintomi dell’arteriopatia periferica
La manifestazione clinica più comune è la claudicatio intermittens, cioè la difficoltà nel camminare, che condiziona fortemente la qualità della vita dei pazienti e la loro capacità funzionale. Inoltre, l’arteriopatia aumenta di 5 volte il rischio di infarto e di 2-3 volte il rischio di ictus e di morte.
Un problema sottovalutato
L’aspetto forse più grave, come fa notare Lessiani, è che «nonostante la sua diffusione e gravità, l’AOP rimane una patologia sotto-diagnostica e sotto-trattata. Eppure numerosi studi hanno documentato che la prevenzione e il controllo dei fattori di rischio migliora la prognosi della malattia. Peraltro esistono metodiche diagnostiche facili da usare, poco costose e prive da rischi». Per scoprire l’AOP, anche nei casi asintomatici, basta infatti calcolare il cosiddetto “indice caviglia/braccio” (ABI Index), ovvero il rapporto fra la pressione del sangue misurata alla caviglia e quella misurata al braccio.
Più informazione
Per aumentare la consapevolezza su questo grave problema di salute, gli esperti SIAPAV ricordano quanto sia importante informare i cittadini e, soprattutto, stimolare i medici di famiglia e gli specialisti ad usare l’indice ABI in maniera sistematica, per scoprire i pazienti a rischio.
Leggi anche…
None found