Come usare correttamente gli antibiotici? Che i batteri avrebbero potuto sviluppare resistenza ai farmaci creati appositamente per sconfiggerli, si sapeva fin da quando il primo antibiotico (la penicillina) è stato scoperto. Quello che non si sapeva, è che l’uso non corretto e improprio di questi medicinali avrebbe creato un fenomeno di antibiotico-resistenza talmente preoccupante da portare, nell’aprile 2014, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) a stilare il primo Rapporto Globale sulla resistenza antimicrobica. La situazione non sta migliorando nonostante le campagne di informazioni volute dal Ministero della Salute. Va ricordato che gli antibiotici vanno assunti solo in presenza di una infezione batterica. Il problema è reso più complesso dal fatto che spesso sono gli stessi medici di famiglia a prescrivere l’antibiotico anche quando non serve.
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Primato italiano
In tutta Europa c’è un utilizzo non corretto degli antibiotici, ma in Italia la resistenza è anche più alta di tutti gli altri Paesi europei (da noi il 45-50% dei pazienti è sottoposto a terapie antibiotiche). Secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità (Iss), ogni anno circa il 7-10% di pazienti viene colpito da un’infezione batterica multiresistente, spesso mortale. In Europa, invece, si verificano annualmente 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti, che provocano più di 37.000 morti. In questo articolo l’esperto Ettore Concia spiega quali sono i batteri che preoccupano di più.
Previsioni per il futuro
Alla base di questo boom di infezione c’è l’utilizzo sbagliato di antibiotici, non solo da parte dei pazienti, ma anche dei medici, e il rallentamento nella ricerca delle aziende farmaceutiche. I dati sulla ricerca degli ultimi anni, infatti, evidenziano una chiara battuta d’arresto. Tra il 1983 e il 1987 i nuovi antibiotici sono stati sedici, negli anni Novanta dieci, mentre tra il 2003 e il 2007 sono scesi a cinque.
Le previsioni per il futuro non sono rassicuranti. «Entro il 2050 le infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici potrebbero causare 10 milioni di morti, più di diabete e di vari tipi di tumore, o incidenti stradali. È quindi necessario agire immediatamente e con efficacia» sottolinea Francesco Menichetti, Presidente Gruppo Italiano Stewardship Antimcrobica (GISA).
Usare correttamente gli antibiotici: i consigli per contenere l’antibiotico-resistenza
Come è possibile agire? «È importante ridurre l’uso inappropriato di antibiotici. Ciò può essere perseguito migliorando e accelerando la diagnostica microbiologica, ma anche evitando prescrizioni inutili – continua l’esperto. – È anche necessario sensibilizzare l’opinione pubblica». Ecco di seguito qualche indicazione utile in questo senso, stilata dagli esperti del GISA per il corretto uso degli antibiotici e per il contenimento delle resistenze batteriche.
Solo su prescrizione
“Prendi l’antibiotico che ti passa”. Evitare l’autoprescrizione e l’automedicazione è il primo passo per contenere la resistenza dei batteri a questi farmaci. In Italia, si tratta di una pratica molto diffusa. Evitiamo di ricorrere da soli all’uso degli antibiotici. Facciamolo solo dopo aver consultato il medico, l’unico che può valutarne necessità ed utilità.
Usare correttamente gli antibiotici: aderire alla terapia
Quando il Ministero della Salute parla di uso non corretto dell’antibiotico, si riferisce alla modalità con cui alcuni pazienti seguono la terapia prescritta dal medico. O meglio, non seguono. Spesso, infatti, le persone non rispettano le indicazioni terapeutiche:
- accorciano di propria iniziativa la durata del trattamento,
- riducono la dose oppure non osservano la posologia corretta,
- oppure assumono il farmaco una volta al giorno anziché due-tre come prescritto.
In questo modo, la quantità di antimicrobico presente nell’organismo sarà insufficiente per combattere efficacemente i batteri, che, sopravvivendo, potranno sviluppare resistenza.
Usare correttamente gli antibiotici: stop a prescrizioni inutili
Per uso improprio, invece, si intende sostanzialmente l’uso eccessivo e indiscriminato di antimicrobici, anche quando “non servono”. I medici negli anni hanno prescritto troppi antibiotici, anche con indicazioni fuori luogo (per esempio contro l’influenza o il raffreddore) e talvolta con dosi non corrette.
Educare gli operatori sanitari
Se la resistenza agli antibiotici è alimentata dal loro utilizzo, la diffusione dei batteri antibiotico-resistenti da paziente a paziente avviene a causa dell’inadeguato rispetto delle pratiche assistenziali. Insistere sul lavaggio delle mani di medici e infermieri sembra banale, ma è fondamentale per evitare di trasportare da un malato all’altro i germi.