Il metodo Maudsley adottato per uscire dall’anoressia prende il nome dall’ospedale inglese dov’è stato sviluppato negli anni 80, il Maudsley Hospital del King’s College di Londra. «È un metodo scientificamente accettato, rivolto ai genitori dei pazienti minori con anoressia per cercare di evitare il ricovero», spiega Camillo Ezio Di Flaviano (chiedigli un consulto), direttore del centro di riabilitazione psiconutrizionale della casa di cura Villa Pini d’Abruzzo a Chieti, una delle strutture italiane che adotta il Maudsley.
Come funziona «I parenti del malato vengono invitati a modificare gli abituali schemi di relazione all’interno del nucleo familiare», racconta Janet Treasure, psichiatra che da più di 25 anni pratica il metodo presso il Maudsley Hospital. «In molti casi i genitori si addossano le colpe come se fossero i principali responsabili di quanto sta accadendo, ma in realtà i disturbi alimentari non sono mai causati da un unico fattore, quindi mamma e papà non dovrebbero colpevolizzarsi. occorre parlare in casa del problema, senza mai negarlo o sottovalutarlo, ma nemmeno facendolo diventare l’unico argomento di conversazione».
Diventare troppo protettivi non è utile, perché si rischia che la persona non riesca a sviluppare abilità e autonomia necessarie a guarire. «Costringere a mangiare è un altro errore: il risultato è una ribellione e i disturbi peggiorano», continua Treasure. «Bisogna poi cercare di non far trapelare il senso d’impotenza, che farebbe sentire il malato l’anoressico in colpa. Va trovato il giusto equilibrio tra emotività e controllo, mostrandosi disponibili ad ascoltare e incoraggiando, senza forzare le tappe del percorso di guarigione».
I limiti «Il metodo Maudsley è adatto solo ad anoressici giovani che abbiano una famiglia molto disponibile a essere coinvolta nel trattamento e che abbiano una malattia allo stato iniziale», avverte Emilia Manzato, che dirige il centro per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare dell’ospedale universitario di Ferrara. «Il metodo è difficilmente applicabile negli adulti, in chi soffre di anoressia da molto tempo o in chi soffre di altri disordini alimentari come bulimia o disturbo da alimentazione incontrollata. Inoltre è un trattamento a breve termine (circa nove mesi) che non contempla il monitoraggio del disturbo nei periodi successivi. e si sa dalla letteratura scientifica che i primi due anni dopo un trattamento sono i più a rischio di ricadute».
CONTINUA A LEGGERE: I CENTRI SPECIALIZZATI IN ITALIA
I centri specializzati in Italia. Ecco alcune delle strutture, accreditate con il Servizio sanitario nazionale, che propongono il metodo Maudsley.
• Casa per la Salute della Mente, Brusson (Aosta), tel. 0125.300037
• Villa Miralago – Centro per la cura dei disturbi del comportamento alimentare, Cuasso al Monte (Varese), tel. 0332.920275
• Asl 2 Savonese – Centro disturbi alimentari, Pietra Ligure (Savona), tel. 019.6235021, 019.62352839
• Centro di riferimento provinciale Assl 10 San Donà di Piave, Portogruaro (Venezia), tel. 0421.399211
• Ausl 2 dell’Umbria – Centro per i disturbi del comportamento alimentare Residenza Palazzo Francisci, Todi (Perugia), tel. 075.8942577
• Villa Pini d’Abruzzo – Centro di riabilitazione nutrizionale, Chieti, tel. 0871.3430
• Asp Potenza – Fondazione Stella Maris Mediterranea – Centro di riferimento regionale per la cura dei disturbi del comportamento alimentare e del peso Giovanni Gioia, Chiaromonte (Potenza), tel. 0973.641214.
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