Per aneurisma dell’aorta si intende la dilatazione della parete di questo vaso, che è il più importante del corpo umano. Come spiega nella videointervista Roberto Chiesa, primario di Chirurgia Vascolare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, ci sono alcune persone che, più di altre, possono andare incontro a questa patologia. Ecco quali.
Che cos’è l’aneurisma dell’aorta?
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Il principale fattore di rischio dell’aneurisma dell’aorta è l’aterosclerosi
In tutti gli esseri umani le arterie hanno una storia evolutiva. Da giovani sono ricche di tessuto elastico che, con l’avanzare dell’età, viene sostituito con tessuto connettivale. A questo processo naturale si può aggiungere l’aterosclerosi, una patologia caratterizzata da alterazioni della parete delle arterie. Queste perdono la propria elasticità a causa dell’accumulo di calcio, colesterolo, cellule infiammatorie e materiale fibrotico. In presenza di questa condizione, l’aorta diventa più debole e cedevole e tende a dilatarsi più facilmente.
Pressione alta
Un altro fattore di rischio dell’aneurisma dell’aorta è l’ipertensione arteriosa. La pressione più alta dei valori di riferimento comporta una spinta sull’aorta superiore, tanto che questa tende a cedere e a dilatarsi più facilmente.
Aneurisma dell’aorta: attenzione anche a diabete, obesità e fumo
Come ricorda Chiesa nella videointervista, chi in famiglia ha casi di patologie dell’aorta ha più possibilità di andare incontro ad aneurisma. Ereditarietà a parte, anche diabete, obesità e fumo possono compromettere la salute dell’aorta. In particolare, il fumo ha un’azione diretta sui vasi, alterandone l’endotelio e predisponendolo alla dilatazione stessa. In secondo luogo, influisce sul tessuto elastico e aumenta la pressione. Questi tre fattori insieme intervengono sulla parete dell’aorta, dilatandola.
L’aneurisma dell’aorta è silente o sintomatica?
L’aneurisma dell’aorta è una patologia silente, che si sviluppa lentamente, prendendo spazio tra i vari organi, sia in torace sia in addome. Si manifesta solo quando raggiunge diametri significativi o quando si rompe. In questo caso il paziente si presenta con un dolore intensissimo e uno stato di choc. Questa è una fase già avanzata della patologia alla quale, oggi, il paziente non dovrebbe neanche arrivare. Dovremmo essere in grado di diagnosticarla prima per impedire che avvenga la rottura.
Chiara Caretoni
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