Alzheimer e vitamina D. Ci potrebbe essere anche la mancanza di questo prezioso micronutriente tra i fattori di rischio di Alzheimer? È questa la domanda a cui hanno voluto rispondere i ricercatori dell’Università dell’Australia. Come sappiamo, il rischio di deterioramento cognitivo aumenta considerevolmente con gli anni, ma la demenza non colpisce solo le persone anziane. In Italia, più di un milione di persone soffrono di demenza. In tutto il mondo, sono più di 44 milioni di persone. Le stime sostengono che nei prossimi anni assisteremo a un aumento considerevole di questi numeri, soprattutto in Europa, Australia e Stati Uniti.
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Alzheimer: quali sono i fattori di rischio?
La preoccupazione non è solo per gli anziani. Si stima che fino al 5% delle persone con Alzheimer siano a insorgenza giovane. L‘insorgenza giovane del morbo di Alzheimer è spesso mal diagnosticata.
Tra i fattori di rischio oltre all’età ci sono:
- l’ereditarietà: chi ha genitori o fratelli con Alzheimer ha più possibilità di ammalarsi,
- la genetica: ci sono mutazioni genetiche che alzano il rischio,
- le malattie cardiovascolari,
- traumi al cervello.
Alzheimer e vitamina D: può proteggere il cervello da danni inutili
Secondo una nuova ricerca australiana anche il deficit di vitamina D dovrebbe essere scritto in questo elenco. I risultati di questo studio sostengono che per la prevenzione di queste malattie, occorra mantenere livelli sani di vitamina D, perché potrebbero aiutare a proteggere il cervello da danni inutili.
I risultati del nuovo studio, condotto dall’Università dell’Australia, sottolineano l’importanza di mantenere livelli sani di vitamina D per proteggere il cervello dal declino cognitivo. Già altri studi avevano sottolineato il legame tra alcune forme di demenza e la carenza di vitamina D. In generale è una delle vitamine più studiate in assoluto.
Indagando sull’associazione tra vitamina D, caratteristiche di neuroimaging e rischio di demenza e ictus, lo studio ha fatto diverse scoperte chiave. Gli scienziati hanno scoperto che bassi livelli di vitamina D erano collegati a volumi cerebrali inferiori e a un aumento del rischio di demenza e ictus.