Dopo aver diagnosticato una o più allergie stagionali attraverso il prick test o un prelievo di sangue per la ricerca delle IgE specifiche, lo specialista procede con la prescrizione di una terapia. Attualmente esistono diverse cure disponibili per la gestione di questo disturbo infiammatorio cronico, che variano a seconda dell’entità della sintomatologia.
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Allergie stagionali: le cure che intervengono sui sintomi
Come fa sapere nella videointervista Mona-Rita Yacoub, Coordinatrice del Centro di Allergologia dell’Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie Rare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, la terapia è (almeno inizialmente) sintomatica. I farmaci prescritti, cioè, mirano a combattere i disturbi scatenati dall’allergia, cioè rinite, gocciolamento nasale, starnuti a salve, lacrimazione. I farmaci più utilizzati in questo senso sono gli antistaminici e corticosteroidi, anche in abbinamento tra loro. Se il paziente è asmatico si opta per terapie a base di corticosteroidi inalatori e broncodilatatori.
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Allergie stagionali: le cure che modificano la storia della patologia
Se il paziente ha sintomi moderati-gravi, che incidono pesantemente sulla sua qualità della vita, lo si può indirizzare verso un’immunoterapia specifica (il cosiddetto vaccino), che è in grado di modificare la storia naturale dell’allergia. Come spiega la dottoressa Yacoub, sono proprio gli individui con i disturbi più seri a riscontrare migliori risultati. Nel caso in cui il paziente avesse anche l’asma, è bene che questa sia ben controllata prima di avviare l’immunoterapia specifica. Se l’asma fosse particolarmente grave, non gestibile con le terapie standard, costituirebbe una seria controindicazione al vaccino.
Chiara Caretoni
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