Abusare con l’alcol durante la pandemia di coronavirus è una pessima idea, perché non solo è completamente falso che protegga dall’infezione, ma anzi la facilita perché abbassa le difese immunitarie. Dopo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, interviene anche l’Istituto Superiore di Sanità sul rischio che un consumo eccessivo di alcolici possa far peggiorare la situazione, sia da un punto di vista fisico, sia psicologico.
Il primo punto è che il consumo di alcol non protegge in alcun modo dalla malattia, né può impedire di essere contagiato. L’abuso di alcol colpisce, danneggiandolo, il sistema immunitario. In particolare:
- riduce l’attività e il numero dei linfociti B, cellule del sistema immunitario che hanno il compito di produrre anticorpi che reagiscono a uno specifico antigene;
- compromette il funzionamento dei linfociti T, altre cellule immunitarie che stimolano la produzione dei linfociti B e in alcuni casi distruggono gli agenti patogeni;
- promuove l’apoptosi delle cellule, cioè il suicidio cellulare.
Ma c’è di più. Il consumo eccessivo di alcol è un vero e proprio fattore di rischio per la polmonite, perché riduce il tono del cavo orale e della faringe, rendendo meno forte le naturali difese. Inoltre modifica la funzione dei macrofagi alveolari, particolari cellule del sistema immunitario a difesa proprio dei polmoni. Com’è noto può favorire lo sviluppo di malattie del fegato.
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Quanto si può bere?
Naturalmente la domanda è insidiosa, ma la risposta è scientifica. L’ISS ricorda che nel nostro Paese si considera un’unita alcolica una quantità di etanolo pari a 12 grammi. Stiamo parlando di un bicchiere di vino da 125ml o di una classica lattina di birra a media gradazione da 330ml o di un bicchierino di superalcolico da 40 ml.
Il Ministero della Salute ricorda che:
- i minorenni non devono bere alcolici di nessun tipo;
- le donne adulte e gli anziani sopra i 65enni devono limitarsi a una unità alcolica al giorno;
- gli uomini adulti possono spingersi fino a due.
Le fake news su alcol e coronavirus
L’alcol protegge dal coronavirus
Come già detto il consumo di alcol non distrugge il virus, ma può al contrario aumentare i rischi per la salute se la persona è infetta. L’alcol (a una concentrazione di almeno il 60% in volume) funziona come disinfettante della pelle, ma non ha tale effetto quando ingerito all’interno dell’organismo.
Un consumo pesante di alcol uccide il virus nell’aria inalata
Anche in questo caso tutta l’aneddotica che si trova anche su molti blog sul fatto che se tante persone bevono alcol emettono particelle che disinfetterebbero l’aria è assolutamente falso. Il consumo di alcol non uccide il virus nell’aria inalata, non disinfetta la bocca e la gola, e non dà alcun tipo di protezione contro il COVID-19.
L’alcol stimola l’immunità e la resistenza al virus
Abbiamo già spiegato l’effetto nocivo sul sistema immunitario.
Alcol e coronavirus: quali sono i consigli?
Il primo consiglio è quello di attenersi alle quantità consigliate per evitare di compromettere il sistema immunitarie. Altre raccomandazioni possono essere:
- restare sobrio è importante se devi agire per difendere dal virus te stesso o gli altri;
- se non sei sobrio rischi di non rispettare le regole per il contenimento del coronavirus;
- attenzione alla combinazione alcol-sigaretta, che fanno aumentare il consumo di entrambi;
- non assumere alcolici se stai prendendo farmaci;
- fai lo stesso anche se stai assumendo integratori alimentari. Ne ridurresti l’efficacia;
- se fai smart working continua a comportarti come se fossi sul luogo di lavoro e quindi non bere alcolici;
- evita di comprare grandi quantità di alcolici. Averli in casa potrebbe essere una tentazione per te e per il resto della famiglia;
- un bicchiere di vino può anche aiutarti a rilassarti, ma se abusi aumenti il rischio di attacchi di ansia e di panico. Meglio seguire quello che dicono gli esperti.
- Inoltre il consumo eccessivo può portare a un comportamento violento nei confronti delle persone che vivono con noi. Se sei in questa situazione ricorda che è sempre attivo il 1522, il numero contro la violenza domestica.
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