Partita la sperimentazione anche in Italia del vaccino mRNA per il melanoma. Il primo paziente nostro connazionale con il tumore alla pelle ad assumerlo è il 71enne medico molisano Alfredo De Renzis. Si è aperta anche in Italia quindi la fase III del vaccino anti-cancro di Moderna. I casi di melanoma sono in crescita in tutti i Paesi occidentali, compreso il nostro.
In questo articolo
Vaccino mRNA per il melanoma: occorreranno ancora anni
Si tratta dell’ultima fase dei test prima della sua eventuale approvazione. Attenzione perché essendo una sperimentazione siamo nell’incertezza: non possiamo sapere con sicurezza se si tratti del vaccino o di un placebo. Occorreranno comunque degli anni prima di avere i risultati di quest’ultima fase dello studio clinico.
In questi casi nessuno lo sa, se non i ricercatori che lo riveleranno alla fine della sperimentazione. Il signor De Renzis fa parte del ristretto gruppo dei cinquanta pazienti al mondo a prendere parte alla fase conclusiva della sperimentazione del vaccino del colosso farmaceutico americano, Moderna.
Cosa sono i vaccini mRNA e come funzionano?
La tecnologia è la stessa usata per sviluppare i vaccini mRNA anti Covid. Si utilizza mRNA sintetici, capaci di dare informazioni al sistema immunitario per renderlo in grado di individuare specifiche proteine, chiamate neoantigeni, che sono espressione di mutazioni genetiche che avvengono nelle cellule malate. I neonatigeni sono considerati la firma personale di ciascun paziente.
Vaccino mRNA per il melanoma non protegge dal tumore
Si chiama vaccino anche se, esattamente come per Covid, non ha lo scopo di prevenire lo sviluppo della malattia, bensì quello di aiutare il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Il vaccino è diverso da persona a persona. Gli esperti lo mettono a punto partendo dai campioni di tumori rimossi in ciascun pazienti.
I risultati delle prime due fasi della sperimentazioni sul vaccino a mRNA sono state definite molto promettenti dagli esperti. La riduzione del rischio di recidiva è del 44%, grazie anche all’uso degli anticorpi monoclonali.
Leggi anche…
None found