Si tratta di una vera e propria rivoluzione nella terapia anti cancro: è arrivato il semaforo verde all’utilizzo di larotrectinib, il primo farmaco antitumorale con indicazione agnostica. Un farmaco si definisce agnostico quando è in grado di colpire le cellule tumorali di qualsiasi organo, purché caratterizzate da fusione dei geni Ntrk, Neurotrophic tyrosine receptor kinase. Quindi questa categoria di medicinali combattono il tumore indipendentemente dall’organo colpito. L’importante è la presenza di una determinata mutazione genetica. L’AIOM, l’associazione italiana di oncologia medica, ha pubblicato una serie di raccomandazioni sui farmaci agnostici.
Già due anni fa, l’EMA, l’agenzia europea del farmaco, aveva dato il via libera a questo farmaco. Ora la nostra agenzia ha recepito la direttiva e quindi anche i pazienti italiani potranno utilizzare questo tipo di farmaco.
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Larotrectinib: il ruolo della mutazione genetica
Nello specifico il larotrectinib ha superato positivamente la prova degli studi scientifici, dimostrandosi efficace nei tumori primitivi del sistema nervoso centrale e nelle metastasi cerebrali, con età e istologie tumorali diverse. Come detto larotrectinib va a colpire la fusione dei geni NTRK. Si tratta di un’anomalia genetica responsabile della produzione di una proteina difettosa che favorisce la crescita e la proliferazione di diverse forme di tumore.
Larotrectinib più efficace e veloce
Sono tre gli studi che hanno convinto gli esperti dell’Agenzia italiana del farmaco. I ricercatori hanno messo sotto osservazione gruppi di pazienti di diverse età, coinvolgendo anche i bambini. Tutti i tumori erano caratterizzati appunto dalla fusione genica NTRK. I risultati sono stati molto promettenti. In tutte e tre le ricerche presentate si è assistito a una risposta più forte del 75% e un miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
Finora si usava chemio o immunoterapia
Finora le terapie comunemente utilizzate per il trattamento dei pazienti con tumori caratterizzati da fusione genica NTRK si concentravano sulla chemioterapia o sull’immunoterapia. Non sempre questi trattamenti si sono dimostrate efficaci. Larotrectinib ha dimostrato di avere una maggiore capacità di risposta, oltre a una maggiore velocità. In più gli effetti sono più duraturi nel tempo, a prescindere dalla sede del tumore e dall’età del paziente oncologico.
Gli studi clinici hanno esaminato diversi tumori, alcuni dei quali particolarmente diffusi, come quelli al tumore, al colon e i melanomi.