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Emorroidi: un disturbo diffusissimo
Secondo recenti stime, gli italiani che soffrono di emorroidi sono quasi 4 milioni. Prevale però ancora un senso di vergogna e si fa fatica a parlarne con il proprio medico, il numero potrebbe essere anche molto più alto. Eppure ci sono diversi trattamenti per le emorroidi. Roberto Dino Villani, Direttore UOC Chirurgia proctologica e del pavimento pelvico presso il Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo, spiega perché vengono e come si possono trattare.
Cosa sono
Le emorroidi sono un plesso vascolare, cioè un insieme di vene, arterie e capillari, che si trova all’interno dell’ano ed è ancorato alla parte finale del retto. Questa struttura fornisce un sostegno all’apparato sfinteriale nel processo di evacuazione e continenza. Tuttavia, quando le pareti delle emorroidi si dilatano eccessivamente e perdono la propria elasticità, può insorgere la malattia emorroidaria, che scatena una serie di disturbi. Il plesso può rimanere internamente o prolassare verso l’esterno, uscendo dalla sua sede naturale. Le emorroidi vengono classificate in 4 stadi, dal più modesto (I grado) al più grave (IV grado).
Sintomi
Non sempre la sintomatologia è in rapporto con il grado di gravità della patologia: può capitare, infatti, che le emorroidi di IV grado siano del tutto asintomatiche, mentre quelle di I grado possono essere dolorosissime. Comunque i sintomi più comuni sono:
- il senso di pesantezza,
- dolore durante la defecazione o quando si è seduti,
- piccoli sanguinamenti,
- prurito,
- umidità a livello anale.
Cause
All’origine della malattia emorroidaria vi è innanzitutto una predisposizione familiare. Altre cause che concorrono all’insorgenza del disturbo sono:
- le abitudini alimentari,
- la stipsi cronica,
- la sedentarietà,
- la gravidanza,
- il parto difficoltoso,
- la stazione eretta prolungata.
Questi fattori provocano un cedimento delle strutture presenti nell’ano, che comporta una flessione verso l’esterno delle emorroidi, esponendole a infiammazione, rigonfiamenti eccessivi, rottura e a sforzo durante la defecazione. Il disturbo si manifesta più facilmente in presenza di stanchezza psicofisica, stati di stress e abbassamento di difese immunitarie.
Come si fa la diagnosi
Il medico di famiglia può svolgere la prima indagine rettale, poi eventualmente vengono prescritte una proctoscopia e una anoscopia. Per escludere altre patologie ben più gravi, come ad esempio il tumore del colon-retto, lo specialista potrebbe consigliare anche una colonscopia.
Trattamenti per le emorroidi
Innanzitutto bisogna provvedere a correggere gli stili di vita, che potrebbero avere un ruolo nell’insorgenza del disturbo. Regolarizzare l’alvo in caso di stitichezza, limitare l’assunzione di cibi che possono irritare e scatenare infiammazione, praticare attività fisica con costanza. Di fronte a un problema di lieve entità, si possono utilizzare pomate, che spesso contengono sostanze naturali, in grado di alleviare i sintomi e portare a guarigione. Nei primi giorni di terapia è possibile applicare localmente anche dei cortisonici, ma è bene non abusarne.
Farmaci per bocca
In alcuni casi lo specialista può optare per farmaci flebotonici per via orale. Agiscono direttamente sulla parete del plesso vascolare, migliorando la sintomatologia ed eliminando man mano l’infiammazione.
Trattamenti per le emorroidi ambulatoriali
È possibile anche ricorrere a interventi non chirurgici ambulatoriali, come la legatura elastica e la scleroterapia. Tuttavia, l’efficacia di queste tecniche è modesta e transitoria.
Trattamenti per le emorroidi: la chirurgia
Nei casi più gravi si può procedere con l’intervento chirurgico, praticato ormai da quasi 20 anni. Lo specialista può scegliere una di queste due opzioni:
- l’emorroidopessi, che consiste nel riposizionare le emorroidi all’interno dell’ano,
- l’emorroidectomia tradizionale, cioè l’asportazione di questo plesso vascolare.
Alimenti da limitare
Gli alimenti che possono favorire l’infiammazione delle pareti delle emorroidi sono:
- cioccolato,
- insaccati,
- cibi speziati,
- cibi piccanti,
- caffè,
- alcolici,
- crostacei,
- formaggi stagionati.
Prevenzione
Se si è già sofferto di emorroidi in passato, si possono prevenire le recidive seguendo una dieta ricca di fibre, praticando regolare attività fisica e bevendo almeno due litri di acqua al giorno per facilitare l’evacuazione. Se c’è già una predisposizione, con l’avvicinarsi della stagione calda e in previsione di lunghi viaggi, si consiglia di fare un ciclo di flebotonici, che abbassano il rischio di attacchi acuti. Anche l’igiene è fondamentale: non bisogna utilizzare detergenti troppo aggressivi, l’acqua non deve essere troppo calda, ci si deve lavare bene dopo ogni evacuazione.
Trattamenti per le emorroidi: lo yoga e il pilates
Sono utili quindi gli esercizi per il controllo pelvico. Prevengono tra l’altro anche altri problemi come il rettocele e il cistocele. Il primo è lo scivolamento del retto dalla sua normale sede anatomica fin dentro la vagina. Il secondo è lo scivolamento della vescica dalla sua sede verso la vagina per lo stesso motivo. Attività molto utili in questo senso sono lo yoga e il pilates.
Chiara Caretoni
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