Quasi triplicate in 13 anni le persone che hanno perso la vita per infezioni contratte in ospedale. Si è passati dai 18.668 decessi del 2003 a 49.301 del 2016. Questa informazione è contenuta nel Rapporto Osservasalute 2018 presentato mercoledì a Roma. Il dato è ancora più preoccupante se si considera che in Italia si conta il 30% di tutte le morti per sepsi nei 28 Paesi dell’Unione europea. La notizia fa il palio con un’altra che aveva destato grande preoccupazione: nel nostro Paese ci sono 10.000 morti per resistenza agli antibiotici, il 33% del totale europeo. Perché siamo il Paese con più morti in Europa?
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Più di 3.000.000 di infezioni in Europa
Sono 3.200.000 i casi di infezioni ospedaliere all’anno in Europa. A lanciare l’allarme è la Società Italiana per la Terapia Antinfettiva, che per il fenomeno ha stimato un costo sociale di circa 6 miliardi di euro.
Alla base di questo boom di infezioni c’è l’utilizzo eccessivo e non corretto di antibiotici da parte dei pazienti e il rallentamento nella ricerca delle aziende farmaceutiche. I dati sulla ricerca degli ultimi anni, infatti, evidenziano una chiara battuta d’arresto. Tra il 1983 e il 1987 i nuovi antibiotici sono stati 16, negli anni Novanta solo 10, mentre tra il 2003 e il 2007 sono scesi a 5. Cosa fare per affrontare questa emergenza?
È in corso una strage
«C’è una strage in corso, migliaia di persone muoiono ogni giorno per infezioni ospedaliere, ma il fenomeno viene sottovalutato, si è diffusa l’idea che si tratti di un fatto ineluttabile» ha affermato Walter Ricciardi, Direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute e Ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica di Roma.
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Fenomeno drammaticamente sottovalutato
«Se i numeri indicano un raddoppio dei decessi, possiamo dedurre che il dato nella realtà sia almeno triplicato – ha stimato Ricciardi. E non si tratta di un problema di registrazione dei dati: già qualche tempo fa il Centro europeo per il controllo delle malattie aveva segnalato che l’Italia ha il 30% delle morti per infezioni da sepsi correlata all’assistenza. Dunque c’è un problema reale, e il fenomeno è drammaticamente sottovalutato»
I più colpiti sono gli ultra 75enni
A perdere la vita – secondo il rapporto Osservasalute – sono principalmente le persone che hanno superato i 75 anni. Solo nel 2016 36.824 di loro ha perso la vita.
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