Acquistare un pacchetto di sigarette devolvendo una piccola parte al Sistema sanitario nazionale per garantire le cure necessarie gratuite ai malati di tumore. La proposta è stata presentata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e ne parliamo a 11 anni dalla modifica della Legge Sirchia, avvenuta il 10 gennaio 2005 (in vigore dal 2003).
Gli oncologi propongono in pratica al Governo di finanziare un fondo autonomo stabilendo un centesimo in più a sigaretta con il duplice intento di sostenere il costo dei medicinali all’avanguardia e dissuadere allo stesso tempo, grazie al prezzo maggiorato, i fumatori che nel nostro Paese sono 10,9 milioni (20,8% della popolazione) e che consumano mediamente 13 sigarette al giorno.
Lo Stato oggi ricava circa 11 miliardi di euro dalle tasse sulla vendita del tabacco. Ne basterebbe quindi una piccola percentuale per aiutare il Sistema sanitario nazionale che deve ogni anno far fronte al 39% della spesa farmaceutica ospedaliera per le cure anticancro.
«Potremmo così lavorare per garantire a tutti i pazienti italiani le cure più innovative ed efficaci – spiega Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom – Centomila casi di tumore ogni anno in Italia sono dovuti al fumo di sigaretta. L’85-90% di quelli al polmone, il 75% alla testa e collo (in particolare a laringe e faringe), il 25-30% al pancreas. Evidente l’impatto delle “bionde” anche nel cancro della vescica, uno dei più frequenti (26mila nuove diagnosi stimate nel 2015), con il 50-65% dei casi riconducibili a questo vizio fra gli uomini e il 20-30% fra le donne».
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