Malattie respiratorieSalute

1 italiano su 10 fa fatica a respirare

In sensibile aumento le persone colpite da malattie respiratorie quali asma e Bpco

Il respiro degli italiani è sensibilmente peggiorato nell’ultimo decennio: se nel 2005 era il 3,6% della popolazione a soffrire di asma, nel 2013 questa percentuale è pressoché raddoppiata, arrivando al 6,9%. Anche per l’enfisema, spesso provocato dal fumo e chiamato più propriamente Bpco, i dati sono in peggioramento: colpiva il 2,5% della popolazione nel 2005, mentre nel 2013 le persone coinvolte sono il 3%. Sommando le due patologie, si arriva a contare un italiano su dieci con una grave patologia del respiro.

I dati sono ricavati dal Rapporto Nazionale Osmed 2014, e sono stati citati dagli esperti riuniti a Milano per discutere le “soluzioni a misura di paziente” che permettono a chi soffre di queste patologie di aderire meglio alla propria terapia. L’asma, hanno ricordato gli specialisti, «interessa tutte le fasce d’età e presenta forti variazioni territoriali, in quanto è molto legata a fattori ambientali. Inoltre, è stata diagnosticata maggiormente nelle donne, (7,7%) rispetto agli uomini (6,4%)».
Anche per la Bpco si è registrato un trend in aumento: «Cresce all’aumentare dell’età, tanto che l’11,2% dei pazienti ha più di 75 anni, ed è più presente nel sesso maschile: il 4%, rispetto al 2,6% delle donne».

Gruppo San Donato

La prevalenza di queste due patologie è maggiore al Sud rispetto al Centro Nord, sia per l’asma (8,8%), sia per la Bpco (4,0%). «L’aderenza al trattamento con farmaci per i disturbi respiratori – concludono gli specialisti – mostra che l’11,2% dei soggetti con asma assume la terapia in maniera continuativa; tale percentuale è maggiore nei soggetti con Bpco (27,9%). Le quote basse di aderenza, oltre che a un possibile uso scorretto del farmaco, sono anche da imputare ai diversi regimi terapeutici previsti per il trattamento di queste patologie che, soprattutto per le fasi iniziali, prevedono il ricorso ai farmaci solo al momento dell’attacco». Per entrambe le malattie l’aderenza è risultata più elevata al Nord e al Centro rispetto al Sud. Infine, i maschi seguono meglio la terapia assegnata rispetto alle femmine, con l’aderenza che aumenta all’aumentare dell’età. (ANSA).

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