Il volontariato migliora la salute del cervello e accresce i nostri livelli di felicità. Tutto vero, ma un nuovo studio dimostra che questi benefici partono solo dopo i 40 anni.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica British Medical Journal, è partita dall’analisi dei dati della British Household Panel Survey, una banca dati sulle abitudini di migliaia di inglesi tenuti sotto osservazione dal 1991 al 2008. I questionari a cui sono stati sottoposti riguardano la salute mentale e il benessere emotivo.
I ricercatori dell’Università di Southampton hanno scoperto che chi fa regolarmente volontariato ha in media il 6% in più di benessere, ma se chi aiuta gli altri ha almeno 40 anni i livelli di benessere sono decisamente più alti.
Le cifre evidenziano che i ragazzi tra i 21 e i 25 anni hanno una buona salute emotiva sia che facciano volontariato sia che non lo facciano. Diventando più adulti, la salute emotiva comincia a calare. Ma dai 40 anni la salute mentale e il benessere migliorano significativamente se si fa volontariato, con un picco massimo tra i 76 e gli 80 anni, quando l’aumento è del 12 per cento.
I ricercatori inglesi suggeriscono che fare volontariato quando si è giovani possa essere visto semplicemente come una delle cose che dobbiamo fare, ma diventa ricco di significato quando si entra nella mezza età.
«Il volontariato può dare grandi opportunità di benessere negli adulti, perché nonostante gli impegni lavorativi o familiari, si è in contatto con altre persone e questo ha un effetto protettivo sulla salute» spiega la dottoressa Faiza Tabassum, principale autrice dllo studio.
«Con l’aumento dell’età media della popolazione – aggiunge Tabassum – è fondamentale sviluppare un’efficacia promozione della salute anche per la terze e quarta età, in modo che si possa vivere più a lungo e più in salute». Ecco perché i benefici sono maggiori quando si perde il lavoro in età avanzata o quando si è pensionati: si evita l’isolamento e ci si sente ancora utili per la propria comunità.
«Fare volontaria può dare uno scopo – dice Tabassum – utile particolarmente a quelle persone che non lavorano più, perché aiuta a mantenere le proprie reti sociali, che sono particolarmente importanti per le persone anziane, che passano molto tempo da sole».
Francesco Bianco
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