La mattina del 22 maggio Milano si è svegliata con una particolare guerrilla. La città si è vestita di centinaia di grucce, che hanno invaso le piazze e le vie più iconiche del capoluogo lombardo. Appesa ad ognuna, una t-shirt arancione con il logo UNDRESSED e la scritta “I pregiudizi sono barriere di cui spogliarsi. Il percorso verso il benessere psicologico inizia da qui”.
In ciascuna maglia c’è una stampa che riproduce un cliché sulla figura dello psicologo. Oltre 20 messaggi diversi, pubblicati anche sulla pagina @undressedexperience, apparsa su Instagram a inizio maggio. Dietro alla misteriosa campagna di comunicazione c’è Unobravo, il servizio di psicologia online che lavora da anni per consapevolizzare le persone sulla salute mentale. .
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Liberarsi dei pregiudizi è fondamentale per coltivare il proprio benessere psicologico
La campagna UNDRESSED va oltre alla sponsorizzazione di un servizio. È infatti volutamente “unbranded” per cercare di raggiungere più persone possibili. L’obiettivo è creare una cultura più sana sulla salute mentale rispetto a quella da cui veniamo, dove lo stigma è predominante. «Chi viene investito da credenze errate, se non ha un secondo punto di vista, arriva a crederci. Molte di quelle scritte sulle magliette, “Non sono mica pazzo”, “Mi ascolta perché lo pago”, “Tanto vale che parlo con un amico”, sono cose che spesso si sentono dire da amici, parenti e sconosciuti. Spesso ci si rassegna e ci si adatta alle difficoltà come se fossero inevitabili. Per esempio alle dinamiche disfunzionali in famiglia o ad avere un’ansia costante. E invece si potrebbe fare tanto», dice Danila De Stefano, Ceo e founder di Unobravo.
«Fin da piccoli ci insegnano a prendere quella specifica medicina per il mal di testa. Mentre se abbiamo un problema con la salute mentale non siamo formati. Non riusciamo a riconoscere neanche difficoltà molto più basiche di un disturbo mentale vero e proprio. Di conseguenza, non si cerca neanche aiuto. Addirittura le emozioni sono molto spesso soffocate e non accettate. Ci sono tantissimi studi che dimostrano come chi non ha un buon contatto con le proprie emozioni sviluppa anche malattie fisiche. Questo ha un impatto su di noi e sulle persone che ci vogliono bene», continua De Stefano.
Come superare la paura di “mettersi a nudo” davanti allo psicologo?
«Ci si può spogliare in tanti modi. Posso farlo immediatamente oppure posso togliermi prima un po’ di maglietta, scoprire la spalla, poi un po’ di pancia. Questa è una metafora per dire che il percorso con uno psicologo non ci costringe a far nulla. Bisogna raggiungere uno stato di fiducia reciproca e come in tutte le relazioni interpersonali, ognuno ha i suoi tempi. Lo psicologo è formato ad accogliere persone più o meno pronte, introverse o che non vedono l’ora di spogliarsi. Il messaggio che mi piacerebbe lanciare è di non scoraggiarsi se l’alleanza terapeutica non si forma e provare con un altro professionista», spiega la founder di Unobravo.
Il feeling va al di là della preparazione accademica. Si deve instaurare una vera e propria relazione tra psicologo e paziente e ci vogliono tempo e pazienza. «A volte è proprio all’interno di una relazione che succedono cose importanti nella nostra vita e che ci possono portare a stare meglio o peggio. Quella con lo psicologo ha dei meccanismi molto simili, con la differenza che la persona dall’altra parte è molto preparata. Non è un amico, non è un fidanzato e non è un papà. Ha studiato per stare in quella relazione, affinché sia trasformativa».
UNDRESSED EXPERIENCE fa testare i benefici di una seduta dallo psicologo
Nelle giornate del 27 e 28 maggio, in Largo La Foppa a Milano verrà posizionato un vero e proprio confessionale. Unobravo accoglierà i visitatori nella sua UNDRESSED EXPERIENCE, un ambiente protetto, accogliente e insonorizzato per liberare pensieri, stati d’animo ed emozioni. Ad accogliere i partecipanti ci saranno i terapeuti di Unobravo, che li guideranno e incoraggeranno a entrare nella stanza per mettersi a nudo. A tutti coloro che entreranno nella room verrà data l’opportunità di registrare, in forma anonima, un audio della durata di 1 minuto. Ciascuno potrà esprimere ciò che desidera o sente in quel momento.
Un’esperienza molto intima che potrà essere vissuta anche da casa. Chi non riuscirà a partecipare all’evento in presenza, potrà infatti accedere alla room virtuale sul sito undressedexperience.com e condividere il proprio audio-messaggio. Così chiunque potrà vivere quella sensazione di benessere che si prova quando si riesce a dar voce ai propri pensieri. Sentirsi ascoltati, compresi, accolti, come accade durante una seduta psicologica.
L’innovazione del supporto psicologico con la terapia online
L’idea di Unobravo nasce durante il periodo di permanenza all’estero della sua fondatrice Danila De Stefano, napoletana, classe 1992 e laureata con lode in Psicologia Clinica. Proprio la difficoltà di trovare un aiuto psicologico nella sua lingua madre a Londra, la spinge a creare un supporto terapeutico da remoto. Intuisce che l’accessibilità delle cure è un problema che coinvolge tantissimi expat.
Dal 2019, Unobravo offre un servizio qualificato a un prezzo contenuto e fruibile dall’utente ovunque si trovi. Ha risposto a un bisogno di molte persone, che è poi esploso durante la pandemia del 2020. «Quando ho iniziato c’era molta diffidenza. Un po’ come tutti i cambiamenti forti, ha portato scetticismo, preoccupazioni, paure che ancora non sono completamente sciolti. Si può dire che il Covid abbia fatto da acceleratore. Sia gli psicologi che i pazienti sono stati costretti a provare la terapia online e si sono resi conto che non era così male», dice De Stefano.
«Le differenze sono tante ovviamente, ad esempio si perde un po’ del linguaggio corporeo. Mentre uno dei pro della terapia online è che è molto più facile mantenere un percorso terapeutico continuativo, perché è più flessibile. Anche da studi scientifici risulta essere un’ottima alternativa per chi la preferisce o la predilige per esigenze di vita. Per la maggioranza delle problematiche che arrivano da noi è un’opzione valida. Ci sono poi quelle che vanno approcciate con un lavoro di équipe e possibilmente in una struttura adeguata, ma sono appunto una minoranza. La terapia in presenza continuerà poi ad essere scelta dalle persone che preferiscono incontrare lo psicologo in studio», specifica De Stefano.
Tra i giovani si riscontrano sempre più difficoltà psicologiche
«Ci sono degli studi condotti dall’Ordine degli Psicologi che mostrano che l’80% dei richiedenti terapia ha meno di 38 anni, quindi parliamo di una fascia giovane. Fino a soli due anni fa, la media di chi chiedeva terapia in presenza era di 40 anni. Molti studi mostrano che la pandemia ha impattato su tutti, ma in particolare sui giovani. Sicuramente c’è stato un aumento delle difficoltà psicologiche. Dall’altro lato sono convinta che sia una questione culturale. Prima si era più restii e reticenti. Adesso i giovani ne parlano con molta più naturalezza».
La psicoterapia fa bene a tutti?
«Lo psicoterapeuta cerca di dare strumenti alla persona. Non per farla cambiare, ma per darle più possibilità di comportamento e di pensiero. Aiuta ad essere meno rigidi, ad avere più scelte e di conseguenza, una qualità della vita molto più elevata. Vuol dire maturare più consapevolezza e flessibilità mentale. Al contrario, non farlo significa rimanere nei propri schemi e, se sono disfunzionali, mantenerli con tutte le sofferenze conseguenti. Lo psicologo cura e trasforma e fa anche crescere a livello personale. La crescita non è per forza qualcosa che presuppone una problematica grave. Lo psicologo va visto come una risorsa in questi termini», conclude Danila De Stefano.
L’iniziativa UNDRESSED proseguirà per tutto il mese di maggio
UNDRESSED accompagna le persone in un vero e proprio percorso che dura fino alla fine di maggio, il mese dedicato alla salute mentale, e prosegue anche oltre. Infatti, sul sito undressedexperience.it sarà possibile caricare i propri audio fino al 10 giugno. Gli estratti più significativi dei messaggi raccolti andranno a creare un audio-racconto e altri contenuti che verranno pubblicati sui canali social della campagna e di Unobravo. Le testimonianze a più voci potranno essere uno stimolo e un supporto per chi le ascolterà. L’azienda vuole contribuire a normalizzare l’accesso alla terapia e renderla più inclusiva e accessibile, per dare vita ad un mondo in cui il benessere psicologico delle persone sia davvero una priorità.
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