Una ricerca condotta dalla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, in collaborazione con la Sapienza Università, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Università di Perugia, ha svelato il meccanismo del cervello che conserva e organizza i ricordi in chi ha una super memoria.
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Lo studio che ha permesso di capire come si conservano i ricordi in chi ha una super memoria
Lo studio ha coinvolto 8 persone ipermemori, alle quali i ricercatori hanno chiesto di ricordare un evento di circa 20 anni prima. Gli studiosi hanno analizzato in tempo reale l’attività neuronale di questi individui mediante una risonanza magnetica funzionale. Si tratta di un esame che consente di osservare il cervello “in azione”, identificandone le aree più attive durante il ricordo. Il team ha poi utilizzato la tecnica Multivoxel Pattern Analysis per verificare che la migliore rappresentazione neurale dei ricordi nelle persone con super memoria fosse associata al ruolo funzionale di specifiche aree del cervello. A questo punto i ricercatori hanno chiesto ad altre 21 persone, senza particolari abilità o deficit della memoria, di fare esattamente la stessa cosa.
In chi ha una super memoria c’è un’area del cervello che dà una dimensione temporale ai ricordi
Dai dati raccolti è emerso che, nel discriminare tra ricordi autobiografici vecchi e nuovi, nelle persone con ipermemoria si rileva un’elevata attività della porzione ventro-mediale della corteccia prefrontale del cervello. Si tratta di un’area deputata all’organizzazione delle funzioni cognitive superiori che, a quanto pare, è responsabile anche di dare una dimensione temporale ai ricordi. Nelle persone con una memoria normale, invece, i ricordi vecchi e nuovi tendono a confondersi. Questa regione del cervello sembra infatti meno precisa e attività durante la fase della reminiscenza.
A cosa può servire questo studio
Come fanno sapere gli studiosi, per la prima volta al mondo hanno svelato i i meccanismi della memoria associati alla dimensione temporale dei ricordi. Ed è stato fatto tramite una metodologia innovativa. Comprendere questo processo fornisce indicazioni su quali aree bisogna intervenire per ripristinare un funzionamento della memoria in persone con deficit o lesioni neurologiche.
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