Le statine, i calcio antagonisti e la metformina potrebbero avere un ruolo nel trattamento di malattie mentali gravi: disturbo bipolare, schizofrenia e psicosi anaffettiva. Si apre così una strada interessante per farmaci comunumente utilizzati per la cura del colesterolo, dell’ipertensione e del diabete. A suggerirlo uno studio inglese condotto all’University College di Londra dal professor Joseph Hayes in collaborazione con studiosi del Karolinska Institute (Svezia) e dell’Università di Hong Kong.
Il campione dello studio
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti in Svezia sulla salute di oltre 142.000 pazienti dai 15 anni d’età in su affetti da una malattia mentale e in cura con farmaci psichiatrici da più di dieci anni (dal 2005 al 2016). Del campione, 76.759 persone erano affette da disturbo bipolare, 30.954 da schizofrenia e 34.978 da psicosi anaffettiva.
Gli effetti dei farmaci
per colesterolo, ipertensione, diabete
Gli esperti hanno focalizzato la loro attenzione sui pazienti ai quali erano stati prescritte statine per ridurre il colesterolo e le malattie cardiache, antagonisti del canale del calcio per trattare l’ipertensione oppure medicinali per la cura del diabete, come la metformina. I periodi in cui i pazienti hanno assunto questi farmaci sono risultati significativamente associati con ridotti tassi di ospedalizzazione psichiatrica per tutte e tre le patologie. Inoltre, nei pazienti con disturbo bipolare e schizofrenia sono diminuiti anche gli eventi di autolesionismo.
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Nel dettaglio
Tra le persone bipolari si è rilevato un calo dall’8 al 20% del ricovero ospedaliero e dal 19 al 27% dei comportamenti autolesivi. Tra i pazienti schizofrenici la diminuzione è stata dal 20 al 27% per quanto riguarda l’ospedalizzazione psichiatrica e dal 36 al 70% nell’istinto di farsi del male. I pazienti con psicosi anaffettiva che hanno preso statine o metformina sono apparsi a minore rischio (calo del 20-15%) di ospedalizzazione, mentre quelli che erano curati con un calcio-antagonista erano meno propensi, per il 44% circa, a procurarsi sofferenze.
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Il commento dell’esperto
«Ciascuno di questi farmaci ha in effetti una base teorica per ridurre i sintomi psichiatrici perché agiscono su alcuni processi che si ritengono causare i disturbi mentali – spiega il professor Hayes – ad esempio, le statine hanno un’azione antinfiammatoria quando la neuroinfiammazione viene indicata alla base di diverse malattie psichiatriche. Inoltre, colesterolo alto, pressione alta e diabete sono più diffusi tra le persone affette da una malattia mentale».
Prospettive future
Se lo studio verrà confermato da altre ricerche, si potrebbero aprire nuove strade per la comprensione dei processi mentali dei malati e, di conseguenza, per nuove tipologie di terapie. Partendo, tra l’altro, da medicine di uso comune, poco onerose per il sistema sanitario e a basso rischio.
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