Solitudine e salute mentale: il binomio è stato spesso visto come un problema significativo. Ora una ricerca sostiene che ci sono anche aspetti positivi. Passare del tempo da soli riduce i livelli di stress a cui siamo sottoposti. La solitudine è spessa vista come un problema – e in molti casi lo è – ma un nuovo studio suggerisce che è un modo per fuggire dalla pressione del mondo contemporaneo.
La notizia arriva dall’Università di Reading, che sostiene che la solitudine possa essere estremamente rilassante, perché possiamo fare esattamente ciò che vogliamo. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Scientific Reports.
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Solitudine e salute mentale: più tempo ci si ritaglia per stare da soli, meno stress sentiamo
I ricercatori hanno chiesto a quasi 200 persone di tenere un diario per tre settimane. In queste pagine dovevano tenere traccia della quantità di ore spese da soli senza alcun contatto, neanche digitale. I volontari hanno dovuto rispondere in particolare a tre domande:
- quanta pressione sentivano in alcune circostanze,
- come riuscivano a sentirsi liberi di essere sé stessi,
- quanto si sentissero in controllo rispetto a cosa accadesse loro durante la giornata.
I ricercatori hanno scoperto che più tempo ciascun volontario passasse da solo, maggiore era il senso di libertà che provava. A questo punto lo studio ha scoperto l’acqua calda: la solitudine è negativa solo quando non è voluta. Quando invece è desiderata non ci sono effetti negativi sulla nostra salute.
Solitudine e salute mentale: gli effetti negativi quando non è voluta possono essere pesanti
Solo qualche settimana fa le autorità sanitarie degli Stati Uniti avevano lanciato l’allarme solitudine. Il segretario della Salute americano aveva parlato di una vera e propria epidemia che mina la salute dei suoi connazionali. Uno studio ha confermato che la solitudine faccia più vittime dell’obesità. Ci sono solide evidenze scientifiche che sostengono che la solitudine, o meglio sentirsi soli, sia uno dei fattori di rischio di malattie croniche importanti, come Alzheimer e Parkinson.
Gli effetti positivi sono più visibili in chi non è abituato a stare solo
Gli autori sostengono che la solitudine può essere estremamente rilassante. Non c’è nessun capo a cui rendere conto, nessuno conversazione in cui occorra essere gradevoli o competenti. La cosa migliore è bilanciare la propria vita, alternando momenti sociali a occasioni in cui restare soli.
Gli effetti positivi, neanche a dirlo, si vedono soprattutto in coloro che non vivono soli. Chi è abituato non ne trae particolare giovamento.