Fare profezie avverse, anche nefaste, a cui gli altri non credono e che si pensa di non poter cambiare. La sindrome di Cassandra identifica la condizione psicologica in cui una persona tende a vedere sempre tutto nero, rischiando di cadere vittima delle sue stesse previsioni negative.
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Il mito di Cassandra
Nella mitologia greca, Cassandra era la figlia di Ecuba e di Priamo, il re di Troia, e aveva il dono di prevedere il futuro. Nonostante fosse riuscita a preannunciare molti accadimenti disastrosi e sciagure, le sue profezie non vennero ascoltate. Infatti, cercò di impedire l’ingresso a Troia del cavallo di legno che ne avrebbe provocato la rovina ma il suo avvertimento fu ignorato e la città cadde nelle mani dei Greci.
Cos’è la sindrome di Cassandra?
Il filosofo francese Gaston Bachelard coniò il termine “complesso di Cassandra” nel 1949. In psicologia, la sindrome di Cassandra si usa per descrivere la condizione di chi fa sistematicamente delle previsioni pessimistiche sul futuro, sia proprio che altrui. Indica una tendenza ad essere pessimisti in maniera cronica e costante, motivo per cui spesso non si viene creduti dalle altre persone. Di conseguenza, si può finire per svalutarsi e subire passivamente gli avvenimenti.
Pensare continuamente che da un momento all’altro potrebbe accadere qualcosa di brutto è anche un modo per non lasciarsi andare, sentirsi pronti e mantenere un senso di controllo sugli eventi. Alcune caratteristiche tipiche della sindrome di Cassandra sono: bassa autostima, depressione, paura, senso di inadeguatezza e ricerca di approvazione.
Il circolo vizioso della “profezia che si auto-avvera”
Quando ci convinciamo che una cosa finirà per accadere, le nostre azioni si orientano, seppure in modo inconsapevole, in modo da far avverare quella convinzione. La profezia che si auto-avvera incide in vari ambiti della vita ed è correlata anche ad altri fenomeni, come l’effetto Pigmalione.
Se ad esempio crediamo che un esame andrà male o che non saremo in grado di svolgere un compito, potremmo mettere in atto comportamenti o atteggiamenti che andranno a confermare tale visione dei fatti. Per questo motivo, avere costantemente visioni negative rispetto al futuro può condurci all’auto-sabotaggio e intaccare notevolmente le nostre possibilità di successo.
Sindrome di Cassandra: possibili rimedi
Il primo passo è individuare l’esistenza di un eventuale schema di pensiero disfunzionale. È importante cercare di valutare e gestire i propri pensieri e non concentrarsi esclusivamente sulle potenziali conseguenze catastrofiche, ma prendere in considerazione anche gli altri possibili risvolti, inclusi quelli positivi. Qualora non si riuscisse a farlo da soli, rivolgersi ad uno psicologo può essere sicuramente d’aiuto.
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