Tanto prezioso per la salute dell’uomo, quanto fiaccato dalla pandemia. Il sonno, che rappresenta il pilastro di uno stile di vita sano insieme all’alimentazione e all’attività fisica, è stato infatti messo a dura prova da lockdown e isolamento sociale. A dirlo, in occasione della Giornata Mondiale del Sonno del 19 marzo, sono due ricerche, una pubblicata sul Journal of Clinical Sleep Medicine e l’altra condotta dagli studiosi di Dorelan Research.
In questo articolo
Gli effetti del Covid-19 sul sonno: gli studi
Lo studio comparso sul Journal of Clinical Sleep Medicine ha evidenziato come, nei primi cinque mesi del 2020, le ricerche effettuate in Google sul tema insonnia abbiano raggiunto i 2,77 milioni. Un numero impressionante, soprattutto perché rispetto agli stessi mesi del 2019 si è verificato un aumento del 58%. Dati importanti arrivano anche dall’indagine svolta da Dorelan Research su 885 italiani adulti: il 53% di loro ha dichiarato che il lockdown ha modificato in maniera significativa il ritmo del sonno e, nel 76% dei casi, si è trattato di un’influenza negativa. Il tempo intercorso tra il coricarsi e l’addormentamento è stato di 20-30 minuti per 216 persone, 5-10 minuti per 195 persone e 10-15 minuti per 179 persone.
Si dorme poco e male: gli effetti della pandemia sul nostro sonno
Insomma, da quando il Covid-19 è entrato nelle loro vite, gli italiani hanno visto peggiorare la qualità del loro sonno. «Sono diverse le dinamiche che si sono attivate. Trascorrere molte ore a casa, tra isolamento imposto e smart working, ha fatto sì che le persone si addormentassero e svegliassero un’ora dopo rispetto alle proprie abitudini. A ciò si aggiungono i numerosi pisolini, che se inseriti in maniera sbagliata nell’arco della giornata possono disturbare il riposo notturno, l’aumentata sedentarietà e la riduzione dell’attività fisica, che portano ad avere meno stanchezza in generale» interviene Jacopo Vitale, Responsabile del Comitato Scientifico di Dorelan Research e Direttore del Laboratorio del Movimento e Scienze dello Sport presso l’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. «Tutto questo ha influenzato in modo importante la qualità del sonno esattamente come l’utilizzo eccessivo di computer, tablet e smartphone e la riduzione dell’alternanza luce/buio che risulta importante per dormire bene».
I consigli per dormire meglio
La sfida che tutti noi stiamo affrontando ha generato un forte incremento di stati di ansia, preoccupazione e stress che inevitabilmente influiscono sulla qualità del sonno. Il rischio è di compromettere sia il nostro stato psicologico sia la nostra risposta immunitaria. «Prendersi cura del proprio sonno è un’abilità che si può e si deve apprendere, conoscere e coltivare. Alcuni consigli? Ristabilire un regolare ritmo sonno-veglia, svolgere movimento fisico, limitare l’esposizione a schermi digitali e alla lettura di notizie di attualità prima dell’addormentamento, circondarsi di un ambiente amico, dedicarsi ad attività rilassanti e coricarsi a letto solo per dormire, indebolendo l’associazione “letto” (e quindi sonno) con attività interferenti. Perché gli spazi hanno una memoria» suggerisce lo psicologo Luca Mazzucchelli.