Stai vivendo un periodo di grande tristezza o sei depresso? La risposta potrebbe arrivare direttamente dal tuo pc, o meglio, da Google. Il motore di ricerca più utilizzato del mondo ha infatti modificato le modalità con cui risponde a chi digita come chiave di ricerca la parola “depressione“ mettendo a diposizione un vero e proprio questionario medico in grado di verificare se si è clinicamente depressi. L’iniziativa, attualmente disponibile solo in America, è nata dalla collaborazione tra Google e la National Alliance on Mental Illness (Nami).
Il test
Ma come funziona esattamente il test “diagnostico” realizzato dal motore di ricerca? Quando si digita un termine di ricerca relativo alla depressione in Google, in cima ai risultati principali viene visualizzata una casella che chiede “Sei depresso?”. Se l’utente clicca “Sì”, si apre il link di PHQ-9, un questionario validato dai medici che poi gli esperti potranno utilizzare per la diagnosi della depressione. Tra i vari sintomi che il test invita a considerare, ci sono, ad esempio, la difficoltà a concentrarsi sulle cose, come leggere un giornale o guardare la televisione, pensieri negativi su se stessi o la convinzione di essere un fallimento, di aver abbandonato la famiglia. Per poter parlare di depressione, infatti, cinque o più sintomi specifici devono essere presenti contemporaneamente per un periodo di almeno due settimane. Scopri qui quali sono i nove sintomi della depressione.
Aumentare le diagnosi
Qual è l’obiettivo di questo test? Che le persone, una volta compilato il questionario (a questo link si può vedere come comparirebbe sullo smartphone), a seconda dei risultati, possano avere più informazioni da condividere con i medici oppure si decidano a chiedere aiuto. Questo, infatti, non sempre avviene: si stima che il 50% dei depressi non riconosca la propria condizione e non cerchi un aiuto specialistico.
In Italia
Per quanto riguarda l’Italia, invece, le persone che soffrono di depressione sono 4 milioni, ma solo una su tre si cura. A essere colpite soprattutto le donne: secondo i dati riportati sul sito del Ministero della Salute, la depressione e la distimia colpiscono, nell’arco della vita, l’11,2% della popolazione (14,9% delle donne e 7,2% degli uomini). Per l’Organizzazione Mondiale della Salute, nel 2030 la patologia diventerà la prima malattia cronica al mondo.
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