La sindrome dell’alimentazione notturna avviene quando una persona, a volte anche in modo completamente incosciente, si alza una o più volte per mangiare o bere anche quando non ha fame o sete.
Quali sono i sintomi?
Le caratteristiche di questo disturbo della nutrizione e dell’alimentazione sono essenzialmente quattro:
- Anoressia mattutina con tendenza a saltare la colazione,
- Scarso appetito durante il giorno,
- Iperfagia serale, cioè l’aumento della sensazione di fame o dell’appetito,
- Insonnia o sonno disturbato.
Chi colpisce più frequentemente?
Interessa principalmente chi è obeso o in grande sovrappeso, ma non ne sono esenti neanche gli altri. Chi ne soffre vive diversi risvegli notturni, durante i quali mangia qualsiasi cosa trovi nel frigo o nella credenza. Può interessare anche la parte della giornata compresa tra la fine della cena e il riposo vero e proprio. In questo caso si ha un consumo eccessivo di cibo dopo il pasto serale.
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In genere gli sleep eater, come si chiamano in lingua inglese, consumano grandi quantità di alimenti ricchi di zuccheri e molti calorici. Spesso mangiano alimenti che di solito non mangiano. Tutto questo li mette a grande rischio di sovrappeso e di sviluppare malattie croniche legate al consumo di junk food. Si stima che coloro i quali ne soffrono tendano ad assumere circa il 25% del fabbisogno calorico giornaliero dopo cena o durante i risvegli notturni.
Ma c’è di più. Questa sindrome porta anche a varie interruzioni del sonno, con conseguenze anche pesanti sulla salute di chi ne è interessato. Riposare male è legato a un aumento della pressione sanguigna, causato dall’eccessiva presenza del cortisolo, l’ormone dello stress. Questa situazione impenna anche le possibilità di assumere peso superfluo.
Spesso la sindrome da Alimentazione Notturna è associata ad altri disturbi psichiatrici, soprattutto quelli della sfera alimentare. I più comuni sono
- la bulimia nervosa,
- il Binge Eating Disorder.
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Quali sono le terapie?
La terapia farmacologica più efficace sembra essere rappresentata dall’assunzione degli inibitori selettivi della serotonina. Riescono infatti a regolare l’appetito e i ritmi circadiani, cioè l’orologio biologico.
Anche la Psicoterapia Cognitivo comportamentale è ritenuta utile nell’affrontare questo disturbo della sfera alimentare
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