Focus di Anna Oliverio Ferraris (puoi chiederle un consulto qui), docente ordinario di psicologia dello sviluppo all’Università La Sapienza di Roma e autrice del libro La forza d’animo (Bur).
Friedrich Nietzsche disse: «Tutto ciò che non mi distrugge mi rende più forte». La frase del filosofo tedesco esprime bene il significato della resilienza in psicologia.
Il sistema immunitario della psiche. Spesso veniamo a conoscenza del passato di personaggi famosi, come l’attrice Cate Blanchett, che hanno dovuto affrontare situazioni di difficoltà e disagio prima di arrivare al successo. La loro storia però non è diversa da quella di molte persone meno famose che hanno saputo dare una svolta alla propria vita. In psicologia si chiama resilienza quel tratto che rende capaci di superare gli eventi traumatici mobilitando le proprie risorse più profonde. Non una semplice resistenza (passiva) alle avversità, ma una capacità (attiva) di fronteggiare le difficoltà per ricostruire la propria vita.
Si può dire che la resilienza per la psiche sia un po’ come il sistema immunitario per il corpo: aiuta ad affrontare povertà, lutti, violenze, malattie o divorzi, ma anche una bocciatura a scuola, una delusione sentimentale o un trasferimento in un’altra città. Il neuroscienziato di Harvard Stephen M. Kosslyn di recente ha avanzato la teoria secondo cui chi ha superato un’infanzia difficile o notevoli contrarietà iniziali finisca col possedere un cervello di tipo dinamico, tipico dei leader, capace di pianificazione a lungo termine e di azioni costanti. Non sempre è vero, ma qualche volta si verifica.
L’importanza della parola. Alcuni traumi possono essere superati senza strascichi, altri invece lasciano il segno. Il primo passo per rafforzare le «difese immunitarie» della psiche è parlare della propria situazione. Il potere terapeutico della parola è ormai riconosciuto come fattore fondamentale per superare una condizione di disagio. Ecco perché non bisogna aver paura di chiedere aiuto agli altri. Esternare i propri sentimenti favorisce il percorso di risalita, ma è importante farlo con una persona disposta ad ascoltarci e di cui ci si fida, un familiare, un insegnante, un compagno di squadra o l’allenatore.
I consigli per risollevarsi. La vita può offrire le possibilità per risollevarsi da una condizione disagiata. Bisogna riconoscerle e sfruttarle come appiglio, che siano solo speranze o fatti concreti, anche se possono volerci mesi o anni. Ecco alcuni consigli.
• Dedicati agli altri: aiuta a uscire da te stesso in un periodo difficile.
• Sii flessibile, adattati ai cambiamenti e cogli le opportunità che ti vengono offerte.
• Superare un trauma richiede tempo: è meglio porsi obiettivi piccoli ma realizzabili. Una nuova delusione renderebbe il percorso più difficile.
• Individua e tieni presenti i tuoi punti di forza.
• Conoscere le proprie debolezze aiuta a tenerle sotto controllo.
• Se la situazione di difficoltà coinvolge tutta la tua famiglia, non influenzare gli altri con pensieri negativi, anzi: motiva ogni membro perché nessuno perda la speranza.
• Conta sulla presenza di parenti o amici: sapranno esserti d’aiuto nei momenti bui.
• Trova la forza di reagire che è dentro di te. Se hai affrontato un lutto, pensa che chi non c’è più avrebbe voluto la tua felicità: riuscire a risollevarti significa anche dare più senso al suo ricordo.
• Stimola la tua curiosità: affrontare nuove esperienze e allargare la tua cerchia di conoscenze ti assicurerà opportunità per ripartire.
• Mantieniti sempre attivo e prenditi cura di te stesso senza compatirti: capita a tutti di vivere dei periodi di sconforto.
• Anche nei periodi bui, non smettere mai di coltivare il senso dell’umorismo.