Della nostra situazione se n’è occupato il COVID-19 International Behavioral Science Working Group, che raccoglie il gotha degli esperti di scienze comportamentali, coordinati dal professor Gary King di Harvard. Con lui una vera e propria squadra d’attacco, con alcuni dei più brillanti nomi della ricerca psicologica. Gli esperti arrivano da università di grande pregio come la London School of Economics di Londra, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, le università di Oxford, Princeton, Chicago e Warwick, oltre all’italiana Luiss Guido Carli. Insomma il golden team si è occupato degli effetti psicologici della quarantena per coronavirus su noi italiani.
In questo articolo
Quarantena per coronavirus: l’Italia come Paese esempio di studio per gli occidentali
Perché il COVID-19 International Behavioral Science Working Group si è concentrato proprio sul nostro Paese? La risposta è che tra i Paesi occidentali siamo stati quelli colpiti prima dal virus e dalle restrizioni. Non era utile analizzare la situazione cinese, perché lo stile di vita e i livelli di democrazia non sono paragonabili con quelli degli altri Paesi europei e degli Stati Uniti.
L’analisi degli esperti: gli italiani hanno accettato le misure, ma aumentano ansia e frustrazione
Questa task force di esperti ha analizzato il comportamento di quasi 3500 cittadini italiani tra il 18 e il 20 marzo. Il primo dato che si evince dallo studio è che i nostri connazionali hanno compreso e accettato le decisioni del governo. Gli unici che sono sembrati ancora reticenti sono alcuni giovani tra i 18 e i 29 anni. Due su dieci tra di loro fanno fatica ad accettare la distanza sociale, quel limite di un metro che deve sempre esserci tra le persone, e il cambio radicale della loro vita.
Quarantena per coronavirus: in pochi giorni cambiamenti drastici nello stile di vita
Insomma, come dimostra anche l’esperienza personale, la stragrande maggioranza degli italiani si è adeguata alle richieste del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e dei governatori delle Regioni. In poche settimane abbiamo imparato l’importanza dell’igiene non solo delle mani, ma anche delle superfici, dei pacchi e dei prodotti che facciamo entrare in casa. Abbiamo accettato di uscire solo per i “comprovati motivi” di spesa o di lavoro, indossare guanti e mascherine. Ora però la preoccupazione sottolineata con forza dagli esperti è la tenuta psicologica del Paese, stremato dalla quarantena, dall’assenza di contatto umano (pensate ai milioni di italiani che vivono da soli), dall’ansia di ammalarsi, dalla preoccupazione per sé e per i propri cari e dai risvolti economici che potrebbero essere drammatici.
Due rilevazioni: subito dopo il lockdown e una settimana dopo
La prima rilevazione del gruppo di lavoro è avvenuta in realtà il 12 marzo, a pochi giorni dalla decisione del Governo di chiudere quasi tutti e di imporre le pesanti limitazioni alla libertà personale. Gli esperti hanno verificato che la maggioranza degli italiani ha subito accettato le richieste che arrivavano dalle autorità politiche. Anche in questo caso l’unico gruppo che ha fatto più fatica ad adeguarsi sono i giovani tra i 18 e i 29 anni.
Come si diceva prima, la seconda rilevazione è stata fatta tra il 18 e il 20 marzo su un numero più consistente di nostri connazionali. Qui gli esperti hanno registrato un aumento significativo della preoccupazione sulle conseguenze dell’isolamento sociale sulla propria salute mentale. A rendere ancora più importante la situazione è la forte ansia dovuta all’incertezza della durata di queste misure e del futuro lavorativo. Si è anche assistito a un aumento importante dei conflitti familiari.
Quarantena per coronavirus: affrontare l’emergenza psicologica
Secondo il gruppo di ricerca ora è assolutamente necessario un cambio di strategia nella comunicazione da parte delle istituzioni. Se da un lato infatti bisogna continuare a tenere duro per non vanificare gli sforzi fin qui fatti per cercare di contenere il virus, dall’altro è necessario intervenire sulle possibili conseguenze sulla salute psicologica. Bisogna mettere in piedi una vera e propria strategia di adattamento alla nuova vita. Resta essenziale l’attività fisica tra le mura domestiche e l’utilizzo della tecnologia per continuare ad avere contatti sociali. Si stanno moltiplicando le iniziative di psicologi e psicoterapeuti che offrono consulenza da remoto per cercare di fermare l’escalation.
Quarantena per coronavirus: un sondaggio conferma lo studio internazionale
Il lavoro del gruppo di ricerca trova conferma in un sondaggio svolto dall’Eurodap, l’Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico, realizzato per Adnkronos Salute. I risultati evidenziano come quasi 7 italiani su 10 stanno soffrendo l’impossibilità di uscire di casa. Otto su 10 raccontano di vivere con ansia e senso di oppressione, mentre appena il 9% si dice sereno.
Leggi anche…
None found