Salute Mentale

Perché tutti guardano il Festival di Sanremo?

Ogni anno la stessa storia: tutti a criticare, ma tutti davanti alla televisione. Ecco i motivi psicologici e culturali

Gli italiani sono un popolo di santi, poeti, navigatori e anche chiacchieroni: la vera passione nazionale è quella di criticare o comunque di dire la propria su ogni evento.

Così se durante i Mondiali di calcio diventiamo tutti dei commissari tecnici, durante il Festival di Sanremo la qualità che spicca è quella dei critici musicali e televisivi, con il paradosso che molti dei telespettatori seguono la gara canora non perché la amano, ma semplicemente per demolirla.

Quindi, invece di cambiare canale, uscire con gli amici o andare al cinema, preferiscono sorbirsi ore e ore di canzoni, presentazioni, vallette e ospiti internazionali indigesti, solo per il gusto di criticare. Un tempo avveniva tra le mura domestiche, oggi in tempi social il fenomeno è esploso su Facebook, X e Instagram.

Perché tutti guardano Sanremo? Le motivazioni socio-culturali

Ci sono naturalmente motivazioni culturali. Sanremo è una tradizione annuale dal 1951. Per molte famiglie italiane e amici, guardare la kermesse musicale insieme è un rituale che si ripete di generazione in generazione.

Il Festival poi riflette i cambiamenti sociali e culturali del Paese. Le canzoni e le performance possono affrontare temi attuali e rispecchiare le preoccupazioni e le aspirazioni della società italiana.

Molti italiani si sentono coinvolti nel festival attraverso votazioni, commenti sui social media e partecipazione attiva nelle discussioni. Questo crea un senso di partecipazione e connessione con l’evento.

Le motivazioni psicologiche

Ma perché quasi nessuno riesce a sottrarsi a questo rito collettivo che da sessantasei anni catalizza un’intera nazione davanti alla televisione?

«Come esseri umani noi siamo costruiti per la socialità – spiega Giovambattista Presti, professore di Psicologia Generale all’Università Kore di Enna. – Quindi siamo disegnati per stare insieme e per fare gruppo. In questo modo ci costruiamo eventi che ci fanno stare insieme, dagli antichi romani con il circo per gli spettacoli dei gladiatori, per i giochi ludici, fino ai grandi happening di piazza. Noi creiamo eventi per stare in gruppo».

Perché tutti guardano Sanremo: per non sentirsi esclusi

E il Festival quindi? «Sanremo è un aggregatore – continua Presti. – Ad esempio non tutti sono interessati al Super Bowl, ma diventa un catalizzatore per fare stare insieme un gruppo. Così Sanremo. L’interesse non sempre è per le canzoni, anzi. Se guardiamo anche i giornali non sempre emerge la canzone, più che altro emergono i gossip, i vestiti, come si è comportata la diva. E ora che la famiglia è diventata la famiglia social, si scatenano i cinguettii su X o i post su Facebook per criticare o elogiare qualsiasi cosa. Ci sono tutti gli elementi per poter chiacchierare».

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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