La paura esagerata di essere malato gioca brutti scherzi. Ecco cos’è l’ipocondria.
Come si manifesta
In realtà stai benone, dal punto di vista organico, ma avverti un malessere fisico. Non hai nulla, ma commetti un errore: consideri una sensazione dolorosa, che è reale, come sintomo di una malattia, che in realtà non hai. Un esempio? Hai male al braccio e pensi di avere l’infarto. Il tuo cuore non potrebbe stare meglio ma percepisci che qualcosa dentro di te non va.
Non sai dargli un nome, allora scatta una modalità difensiva inconsapevole: meglio avere da combattere un nemico potenzialmente temibile, ma che nell’intimo si sa inesistente, piuttosto che affrontare un problema più piccolo ma reale che, in quanto tale, spaventa.
Così ti convinci di avere una malattia organica, dimenticando di non avere alcuna competenza per porti autodiagnosi. In tal modo, evitiamo di chiederci, in profondità: «Che cosa penso non vada in me?».
Chi colpisce
«Le persone colte e abituate a ragionare possono avere più facilmente questa malattia nevrotica, comune al 2-3% degli italiani e più frequente nelle donne e negli anziani», spiega Alberto Vito, psicologo, responsabile del servizio di psicologia dell’ospedale Cotugno di Napoli (Puoi chiedergli un consulto qui). «Può darsi che recentemente un familiare sia morto o sia stata colpito da una grave malattia. Da allora utilizzano informazioni razionali (ad esempio: i test possono sbagliare, due medici hanno dato due risposte leggermente diverse, ecc.) per avvalorare la loro ipotesi falsa, cioè quella di essere essi stessi affetti da una patologia simile».
Si sottopongono di frequente ad analisi e visite mediche, ricevendo una rassicurazione solo momentanea quando viene negata l’esistenza della patologia temuta. Tuttavia, rapidamente il circolo dell’ansia si riattiva ed hanno bisogno di ricevere ulteriori conferme, che li tranquillizzano per poco tempo.
Come si cura
«Il giusto equilibrio sta a metà: va bene informarsi e fare prevenzione, ma bisogna anche ammettere che non tutto può essere controllato», spiega Vito. Chi si attacca a internet cercando la conferma a patalogie che immagina di avere, dovrebbe autoimporsi di spegnere il computer, ogni tanto, ed evitare di accumulare milioni di informazioni che in realtà possono solo aumentare la sua ansia.
Ma l’unico modo per affrontare di petto l’ipocondria è capire perché ci si sente malati: smettere di cercare un problema organico e concentrarsi su quello psicologico. Per esempio chi è convinto di avere l’Aids, molto probabilmente ha un problema con la sua sessualità. Ed è quello che deve affrontare.
Se il livello di stress diventa ingestibile e nessuna spiegazione razionale viene accettata, è bene rivolgersi a uno psicologo per un ciclo di psicoterapia. È importante cogliere rapidamente l’essenza psicologica del problema per evitare eccessivi accertamenti diagnostici, costosi e inutili.