La parola ansia viene di solito associata a uno stato di malessere psichico, assumendo così una connotazione per lo più negativa. È però necessario sottolineare che l’ansia è un’emozione necessaria e fisiologica dell’esistenza umana, utile per affrontare determinate situazioni in vista di un evento che può essere gioioso, come una cerimonia, una festa, o problematico, come un esame o un’operazione chirurgica.
Avere paura ed essere in apprensione in vista di un intervento è una condizione normale ma, farsi sopraffare dall’ansia al punto da mettere a rischio l’operazione stessa, ad esempio, manifesta un disturbo più problematico, probabilmente patologico. In quest’ultimo caso è indispensabile il consulto di uno psicologo o psichiatra. Ecco i consigli di Giuseppe Viparelli, psichiatra e dirigente medico dell’ospedale Dei Colli di Napoli.
CHE COSA FARE
A prescindere dalla portata dell’intervento, la prima cosa da fare è parlare col proprio medico o con il chirurgo che effettuerà l’operazione. Un’informazione dettagliata ed esaustiva della propria situazione clinica e dell’evento medico sarà in grado di chiarire dubbi e placare paure più che normali. Se questo metodo dovesse risultare inefficace, è bene rivolgersi a uno psicologo, soprattutto se tale figura è presente nell’équipe ospedaliera. È sconsigliato documentarsi ulteriormente sul web, dove il più delle volte si trovano informazioni errate e provenienti da fonti poco competenti. Ascoltare testimonianze di persone vicine sullo stesso problema può essere utile, ma bisogna ricordare che ogni persona è diversa non solo in relazione all’intervento, ma anche in termini dell’esperienza vissuta.
IL RAPPORTO CON IL MEDICO
Una componente da non sottovalutare è il rapporto con il proprio medico. Il legame di fiducia che si instaura con quest’ultimo rappresenta un baluardo contro l’ansia e le paure: il dottore dev’essere un punto di riferimento per il proprio paziente, che è, così, non solo informato ma anche confortato.
L’ANSIA DOPO L’INTERVENTO
Dopo l’intervento è ancora più probabile che si vivano stati d’ansia e che quindi si abbia bisogno di un supporto. Questo perché nella fase precedente gran parte delle energie psichiche sono state utilizzate per affrontare l’intervento. Anche il fatto di vivere a casa la convalescenza può essere causa di ulteriori preoccupazioni, ma comunque lecite e risolvibili. Possono giovare psicoterapia, yoga o una maggiore presenza e calore dei familiari. L’importante è non chiudersi in se stessi e nelle proprie paure.
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