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Definizione
Gli oppioidi derivano dal papavero da oppio (Papaver somniferum), una pianta conosciuta da millenni per i suoi effetti sul sistema nervoso centrale scatenati da molecole molto potenti come l’eroina, la morfina e la codeina. Alcuni di questi principi attivi sono stati rielaborati dall’industria farmaceutica per ottenere farmaci da impiegare nella lotta al dolore.
In commercio
Nove sono le tipologie di farmaci oppioidi attualmente disponibili in Italia: due sono più deboli (codeina e tramadolo) e sette sono più forti (morfina, ossicodone, fentanile, buprenorfina, tapentadolo, metadone, idromorfone). Solitamente vengono assunti per via orale, con iniezioni o tramite cerotti transdermici.
A cosa servono
Gli oppioidi inibiscono la trasmissione degli stimoli dolorosi lungo le vie nervose dirette al cervello: per questo sono prescritti in caso di dolore acuto (provocato ad esempio da traumi, fratture o esiti post-operatori) e dolore cronico (causato da cancro, malattie reumatiche, ernie, nevralgia del trigemino, neuropatia diabetica e post erpetica).
Effetti collaterali
Come tutti i farmaci, anche gli oppioidi possono dare effetti avversi, tra i quali i più comuni sono nausea, vomito, stipsi, sonnolenza, vertigini e secchezza della bocca.
In caso di abuso
Se assunti al di fuori dello schema terapeutico indicato dal medico, possono portare a dipendenza e a pericolosi casi di overdose, fino alla morte per arresto respiratorio.
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