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Mantenere giovane il cervello: i videogiochi servono a poco

I videogiochi per il brain training non aiutano a migliorare le performance cognitive nella vita quotidiana: meglio una passeggiata

Se desiderate allenare il cervello per mantenerlo sempre giovane e attivo, non perdete tempo a scaricare app e videogiochi per il “brain training”: non aiutano a migliorare le performance cognitive nella vita quotidiana quanto invece riescono la corsa o le passeggiate a passo svelto. Lo dimostra uno studio della Florida State University pubblicato sulla rivista Frontiers in Aging Neuroscience.

In origine furono le parole crociate

«Gli esercizi per il cervello come le parole crociate – spiega lo psicologo Neil Charness, che ha coordinato lo studio – sono metodi molto popolari tra chi vuole proteggere le abilità cognitive del cervello, soprattutto i cosiddetti “figli” del baby-boom». Questa popolarità ha dato vita ad un vero e proprio business miliardario, quello dei videogiochi per il “brain training”, con programmi e app scaricabili dal web a pagamento.

Gruppo San Donato

Un business miliardario

La pubblicità che accompagna questi prodotti è spesso esagerata e addirittura la Commissione federale per il commercio negli Stati Uniti ha iniziato ad interessarsi al problema, sanzionando un’azienda per pubblicità ingannevole con una multa da 50 milioni di dollari, ribassata poi a due milioni. «Le sanzioni sono un’ottima cosa», commenta Charness. «Le pubblicità esagerate non sono in linea con quanto hanno finora dimostrato gli studi scientifici, compreso il nostro: al momento ci sono pochissime prove che dimostrino l’efficacia di questo genere di giochi nel migliorare la vita quotidiana».

Lo studio

I ricercatori hanno chiesto ad un gruppo di volontari allenare il proprio cervello usando un videogame per il brain training (chiamato “Mind Frontiers”) oppure metodi più tradizionali come le parole crociate e il sudoku. All’inizio e alla fine del gioco, le loro abilità cognitive e mnemoniche sono state valutate attentamente in modo da verificare eventuali progressi. La filosofia del brain training in effetti è proprio quella: potenziare la memoria operativa a breve termine per migliorare le performance intellettive nella vita di tutti i giorni. I risultati ottenuti, però, non hanno dato alcuna conferma in questo senso.

Dal gioco alla realtà

«E’ possibile allenare le persone per migliorare le performance in attività legate alla memoria operativa, come ad esempio memorizzare 70, 80 o 100 cifre. Queste abilità, però, tendono ad essere molto specifiche – sottolinea lo psicologo – e non sono trasferibili alla realtà quotidiana. Molti signori si domandano “se mi esercito col cruciverba, riuscirò a ricordarmi più facilmente dove ho messo le chiavi?”, ma la risposta è probabilmente no».

Meglio l’attività fisica

I risultati della ricerca non devono però scoraggiare. Allenare il cervello non è una “mission impossible”: molti studi scientifici hanno dimostrato che si possono ottenere buoni risultati grazie all’esercizio fisico, che modifica la struttura del cervello potenziandone le abilità. «Se il vostro obiettivo è migliorare le abilità cognitive – conclude Charness – forse è meglio intraprendere un’attività fisica aerobica piuttosto che stare seduti davanti allo schermo del videogioco per il brain training».
Elisa Buson

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