Salute Mentale

Lo sbadiglio contagia chi ami

il contagio da sbadiglio succede più spesso tra amici e familiari che tra sconosciuti e ne sono più soggette le donne rispetto agli uomini

Lo sbadiglio è contagioso. Non serve alcuno studio scientifico per questa che è a tutti gli effetti un’evidenza. È una di quelle esperienze capitate a tutti noi: non riuscire a non sbadigliare dopo aver visto – ma spesso basta anche solo il pensiero – uno sbadiglio partire da una persona fisicamente vicina a noi.

Ora però un nuovo studio italiano, basato su cinque anni di osservazione, spiega che il contagio da sbadiglio succede più spesso tra amici e familiari che tra sconosciuti e ne sono più soggette le donne rispetto agli uomini.

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La ricerca, pubblicata su Royal Society Open Science, dimostra quindi che questo fenomeno ha basi empatiche. Quindi bisogna chiedersi se semplicemente le donne siano più empatiche degli uomini.

I ricercatori, coordinati da Ivan Norscia, Elisabetta Palagi ed Elisa Demuru del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, hanno messo sotto osservazione 104 persone, durante le loro attività quotidiane. Il risultato è che donne e uomini sbadigliano in egual misura.

«Lo sbadiglio spontaneo, non sollecitato da altri sbadigli – spiega Elisabetta Palagi – è un comportamento evolutivamente molto antico, presente già nei pesci ossei che popolano il nostro pianeta da almeno 200 milioni di anni. A seconda del gruppo animale nel quale si ritrova, può indicare stress, noia, stanchezza o segnalare un cambio di attività, ad esempio dal sonno alla veglia e viceversa».

Si è poi passati a verificare chi sia più suscettibile al contagio dello sbadiglio. In questo caso sono state coinvolte 92 coppie formate da uno sbadigliante e da un ri-sbadigliante.

«Lo sbadiglio contagioso è un fenomeno completamente diverso, più ‘moderno’ – continua Elisabetta Palagi – dimostrato finora solo in alcune scimmie (scimpanzè e babbuini gelada) e nell’uomo e ipotizzato anche per animali con capacità cognitive e affettive sviluppate come il cane. Nell’essere umano normalmente lo sbadiglio può essere evocato da un altro sbadiglio entro cinque minuti».

«I nostri risultati – ha spiegato Ivan Norscia – hanno innanzitutto confermato che parenti e amici si contagiano di più rispetto a persone che si conoscono appena. Ma il risultato veramente nuovo è che le donne (frequenza media di risposta: 54%) sono significativamente più contagiate degli uomini (frequenza media di risposta: 41%) dagli sbadigli altrui. Perché questo può dirci che il contagio di sbadiglio ha basi empatiche? L’empatia si basa sulla capacità di recepire, e fare propri – continua Norscia – sentimenti e sensazioni altrui. Il portale che mette le persone emotivamente “in rete” è la faccia, una sorta di Facebook emotivo. Tu soffri, fai una smorfia di dolore, io ripeto quella smorfia e riproduco dentro di me la sensazione di dolore, che diventa il mio. Mi rendo conto, quindi, che stai male e se possibile mi attivo, per aiutarti. Stessa faccia, stessa emozione. In neurobiologia questo meccanismo è definito di percezione-azione ed è possibile grazie ai neuroni a specchio, che si ci permettono di replicare, dentro di noi, le emozioni degli altri».

«A questo punto è chiaro: più forte è il legame sociale, quindi il vincolo affettivo, più frequente è il contagio di sbadiglio» rivela Norscia.

Ma le donne? Perché vengono contagiate più degli uomini? «La maggiore capacità empatica delle donne – spiega ancora Norscia – probabilmente legata alla maternità, è confermata da numerose evidenze psicologiche, cliniche e neurobiologiche. Grazie a questo studio abbiamo a disposizione anche evidenze etologiche. Ma attenzione: dire che le donne sono statisticamente più empatiche degli uomini non vuol dire che tutte lo siano. Futuri studi ci diranno se questa caratteristica vale per tutti i tipi di società e per tutte le tipologie di persone».

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