La sindrome da rientro viene chiamata anche con le parole inglesi post-vacation blues o post-holidays blues per sottolineare che avviene proprio in seguito alle vacanze estive, specie se lunghe. Si tratta della difficoltà a tornare ai ritmi consueti, così diversi da quelli della vita di tutti i giorni, fatta di impegni, lavoro, studio, traffico, diminuzione dell’esposizione ai raggi solari e smog. La buona notizia è che si tratta di una condizione transitoria che si cura piuttosto semplicemente.
Generalmente colpisce le persone che si concedono vacanze lunghe, che durino almeno un paio di settimane. I sintomi insistono per qualche settimana, anche se ci sono casi in cui possono acuire stati di ansia che già esistevano prima delle vacanze.
In questo articolo
Quali sono i sintomi della sindrome da rientro?
Come sempre quando si parla di salute mentale i sintomi possono presentarsi in modo molto diverso da persona e persona, anche se possono riguardare anche il corpo e non solo il sistema nervoso.
Comunque i più comuni sono:
- apatia,
- voglia di non fare nulla,
- difficoltà a concentrarsi,
- sbalzi di umore,
- stati di ansia,
- senso di vuoto,
- stanchezza,
- mal di testa,
- difficoltà ad addormentarsi,
- problemi gastrointestinali.
Come si affronta la sindrome da rientro?
Ad alcune persone i primi sintomi possono comparire già durante le vacanze, perché ci si comincia a concentrare su quello che ci aspetta una volta tornati a casa. In questi casi esercizi di respirazione e per chi è in grado un po’ di meditazione possono già fare molto per alleviare i sintomi.
Anche cominciare ad abituarsi ai ritmi consueti può essere una soluzione. Un consiglio ad esempio è quello di rientrare a casa almeno tre-quattro giorni prima dell’inizio dell’attività lavorativa. In questo modo possiamo occuparci con più tranquillità delle pulizie di casa, delle lavatrici.
Dedicarsi all’attività fisica è un’altra strategia vincente. Sappiamo da decine di studi dei più importanti centri di ricerca che fare esercizio fisico allevia i sintomi legati all’ansia, alla difficoltà di addormentarsi e anche alla stanchezza.
Quando andare dallo specialista?
Come si diceva all’inizio nella maggioranza dei casi la sindrome da rientro si esaurisce in pochi giorni. Se invece le manifestazioni sono importanti e durano diverse settimane incidendo sulla qualità della vita, bisogna assolutamente rivolgersi allo specialista. Il sintomo da tenere sotto controllo è la qualità del riposo, perché le conseguenze dell’insonnia possono essere davvero invalidanti.
Anche se i momenti di nostalgia e malinconia influiscono sulla quotidianità, dobbiamo interpretarli come campanelli di allarme. Spesso non servono lunghe sessioni di psicoterapia, ma alcuni confronti con uno psicoterapeuta possono essere sufficienti per stare meglio.
Se siamo già in terapia per un disturbo legato alla salute mentale e notiamo nuovi sintomi o un peggioramento dei sintomi, bisogna contattare immediatamente il proprio terapeuta.
Si può prevenire la sindrome da rientro?
Come sempre la scelta migliore è la prevenzione. C’è tutta una serie di accorgimenti che possono essere messi in pratica durante la vacanza:
- meglio rallentare i ritmi già prima della partenza. Scegliere la data di inizio del viaggio due-tre giorni prima può giocare un ruolo fondamentale per cominciare a staccare;
- ovviamente lo stesso deve accadere anche al ritorno per potersi prendere qualche giorno di assestamento per prepararsi sia fisicamente che mentalmente alla ripresa delle attività;
- prima di partire ricordatevi di pulire la casa. Tornare in un appartamento pulito e in ordine può fare la differenza. In questo modo potremo dedicarci a noi stessi, invece di occuparci subito verso le nostre incombenze;
- seguire una sana alimentazione aiuta a stare meglio, a gestire i problemi gastrointestinali e ad avere un umore migliore.
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