Otto ragazzi su dieci vivono una forma di disagio psicologico. Il dato è emerso durante il convegno “Sfide e prospettive in psichiatria infantile e dell’adolescente”, voluto dall’Istituto Superiore di Sanità. Lo studio è stato condotto quest’anno da Doxa Kids e Telefono Azzurro. Oltre 600 i ragazzi, tutti tra i 12 e i 18 anni, messi sotto osservazione.
Meno del 10% è disponibile a rivolgersi a un esperto
In genere i giovani soffrono di ansia e rabbia, ma sperimentano anche la paura di deludere gli altri e la difficoltà a concentrarsi. Quello che mette il carico da novanta a una situazione già preoccupante è lo sconsolante numero di teenager che si dichiara pronto ad affrontare i suoi problemi psicologici con un esperto: meno del 10 per cento. Solo il 7% dei giovani intervistati si è dichiarato disponibile a incontrare un professionista per parlare del proprio malessere.
Del resto questo malessere è sempre più diffuso. L’83% dei giovanissimi selezionati afferma di avere un problema di carattere psicologico, che nella maggior parte dei casi ha ripercussioni sulla loro salute in generale.
Quali sono i disagi più diffusi?
I problemi a livello psicologico più diffusi sono:
- difficoltà a concentrarsi, che colpisce un giovane su tre,
- insonnia, uno su quattro,
- paura di deludere le aspettative degli altri, uno su quattro,
- attacchi di rabbia, uno su cinque,
- poi fobie, tendenza al suicidio, depressione e l’autolesionismo.
Gli esperti spingono per coinvolgere i giovani con i social media, le app e le chat
Se i giovani non vanno dagli psicologi, sono gli psicologi a voler andare dai giovani. Così si sta riflettendo sulla possibilità di utilizzare gli strumenti più usati dai ragazzi per cercare di prevenire, individuare e curare il disagio giovanile.
Il parere dell’esperto
«ll digitale permette ai ragazzi di parlare più liberamente di se stessi» spiega Ernesto Caffo, storico presidente di Telefono Azzurro e professore ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. «Sui social media – aggiunge – scrivono narrazioni della sofferenza e del disagio, senza doversi interfacciare con qualcuno. E possono anche rileggere i propri pensieri, commentarli, condividerli. Il tema è come raccogliere queste richieste di aiuto e trasformarle in una risposta».
«Per affrontare disturbi di ansia, tendenze al suicidio o abusi, stiamo utilizzando con successo le chat, perché in questo modo i ragazzi ci parlano in modo molto diretto. Uno degli obiettivi del convegno “Sfide e prospettive in psichiatria infantile e dell’adolescente” è individuare un team di esperti internazionali che lavorerà sull’utilizzo del digitale per la cura del disagio mentale nei bambini e negli adolescenti».
In questo articolo
Leggi anche…
None found