Il vocabolario Treccani definisce il raptus come un impulso improvviso e incontrollato che, in conseguenza di un grave stato di tensione, spinge a comportamenti parossistici, per lo più violenti. Il parossismo in questo caso va inteso come esasperazione di un sentimento. Insomma una sorta di follia che spingerebbe a uccidere una o più persone.
Spesso gli autori di delitti efferati si giustificano sostenendo che siano stati preda di un raptus. In pratica in questo modo si vuole affermare che non si è davvero colpevoli di quanto sia accaduto.
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Il mondo della psichiatria sostiene che non esista il raptus violento
L’ultimo a intervenire in ordine di tempo è il professor Claudio Mencacci, co-presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia e Past President della Società Italiana di Psichiatria. Parlando degli ultimi casi di sentenze che hanno ridotto le pene inflitte a uomini che hanno ucciso le loro ex compagne, Mencacci ha ricordato come questo concetto sia «obsoleto e inesistente dal punto di vista scientifico». Secondo lo psichiatra si ricorre al raptus per giustificare azioni efferate, di prevaricazione e sottomissione delle donne.
È la somma dei nostri vissuti
Sulla stessa linea anche un altro celebre psichiatra. Vittorino Andreoli ha spiegato spesso che il raptus non esiste, ma il nostro comportamento non è altro che la somma dei nostri vissuti.
In genere l’esplosione di rabbia non è mai il primo episodio di violenza
Insomma i maggiori esperti italiani sono concordi nell’affermare che quella del raptus sia una condizione inesistente dal punto di vista psico-patologico. In senso generale nella stragrande maggioranza dei casi l’esplosione di rabbia non è mai il primo episodio di violenza, come potrebbe avvenire se l’aggressore avesse un raptus. Al contrario c’è una lunga preparazione e un’attitudine all’aggressività. In poche parole si vive un’escalation di violenza. Il raptus prevede invece un impulso improvviso. Basti pensare che si stima che a meno del 5% dei carnefici dei femminicidi sia stata diagnosticata una malattia mentale.
Perché è importante escluderlo?
La questione non è da poco. La mancanza di controllo degli impulsi può essere considerata dal diritto penale come una condizione di momentanea incapacità di intendere e di volere e quindi come attenuante per la commissione di reati, che si traduce con una riduzione della pena.
Un altro elemento che fa pensare è che la vittima del presunto raptus è sempre una persona più debole dell’aggressore. Nella vera follia o nella vera limitazione della capacità di intendere e volere la rabbia e la violenza si scatenano a caso e non su donne e bambini. Insomma troppo spesso il raptus viene indicato solo come elemento di giustificazione a un reato che è di solito dettato da cattiveria, narcisismo e incapacità di sopportare il fatto che gli altri possano scegliere.
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