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Ci innamoriamo in 12 centesimi
di secondo
L’analisi più approfondita è stata svolta dall’Università di Syracuse negli Stati Uniti dalla professoressa di Neurologia, Stephanie Ortigue. La sua ricerca The Neuroimaging of Love risale al 2010, ma è considerata ancora una pietra miliare del rapporto tra cervello e innamoramento. Nello studio, grazie a risultati di risonanze magnetiche per immagini (ecco perché il suo lavoro si chiama Neuroimaging), riesce a dimostrare che già dopo un quinto di secondo, quindi 12 centesimi, è già possibile sentirsi innamorati.
S’innamora prima il cervello
La Ortigue ha spiegato anche che è il cervello a innamorarsi per primo, solo dopo arriva il cuore. «Quando ci si innamora – spiega – si attivano 12 aree del nostro cervello, grazie alle quali c’è rilascio di dopamina, ossitocina, e l’adrenalina che ci regalano il tuffo al cuore e le farfalle nello stomaco».
È molto importante comprendere questi meccanismi, perché si possono così studiare nuove terapie che possano dare sollievo alle persone che soffrono molto dopo la fine di una storia d’amore importante.
Ha uno scopo evolutivo
Stephanie Ortigue non è ovviamente l’unico scienziato ad aver studiato l’amore a prima vista. Si sono dedicati anche ricercatori dell’Istituto Kinsey, uno dei più importanti centri al mondo che si occupa da decenni di sesso e amore. Il loro studio, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Physiology, dopo aver confermato le conclusioni del lavoro della Ortigue, spiega che il colpo di fulmine ha uno scopo evolutivo, una specie di scorciatoia per assicurare la prosecuzione della specie umana. In pratica se ci innamoriamo subito, faremo anche molto presto l’amore.
Sesso o amore
Ben due studi, uno dell’Università di Ginevra, l’altro di quella di Chicago, pubblicati sulla rivista scientifica Psychological Science, si sono interrogati per comprendere se lo sguardo cambia a seconda dell’interesse – romantico o sessuale – che abbiamo nei confronti di una persona. Entrambi sono giunti allo stesso risultato, che forse era ampiamente prevedibile: se ci soffermiamo sul volto pensiamo di poter avere una storia d’amore, se invece ci concentriamo più sul corpo puntiamo al sesso.
Non è solo questione di chimica
Nello studio dell’Università di Ginevra si fa anche riferimento alle caratteristiche scientifiche dell’innamoramento. Spesso di dice che è “questione di chimica”. Falso. Secondo i ricercatori svizzeri, guidati dai fratelli John e Stephanie Cacioppo, l’amore coinvolge quattro dimensioni: oltre alla chimica, ci sono la conoscenza, la preferenza e l’intenzione di stare con quella persona.
Il colpo di fulmine dura poco
Il grande limite dell’amore a prima vista è la durata. Secondo una ricerca della Ben Gurion University in Israele appena l’11% delle coppie che si sono formate in seguito a un colpo di fulmine ha una relazione lunga. Il problema è che dopo l’abbuffata ormonale dell’inizio che non ci fa vedere alcun difetto, che vengono invece scoperti nel tempo.
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