Funghi allucinogeni e depressione. Un farmaco a base di un composto presente nei funghi allucinogeni può migliorare i sintomi di una grave depressione. La notizia arriva da uno studio dell’Institute of Psychiatry, Psychology and Neuroscience del King’s College di Londra e del South London e del Maudsley NHS Foundation Trust.
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Funghi allucinogeni e depressione: il ruolo della psilocibina
Una compressa da 25 mg di psilocibina permette ai pazienti di entrare in uno stato onirico, rendendo più probabile il successo della terapia psicologica. Gli effetti collaterali sono però molto importanti e la terapia deve essere accompagnata dalla presenza costante di uno specialista. Sono tra l’altro necessari altri studi per essere sicuri della corretta funzionalità del farmaco. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine. Già altre ricerche erano arrivate a risultati simili.
La depressione colpisce più di un italiano ogni 10 e il numero è sottostimato
Si stima che circa 100 milioni di persone in tutto il mondo soffrano di una grave depressione clinica che non risponde a nessun trattamento disponibile: il 30% di loro arriva a tentare il suicidio. Secondo i dati diffusi dalla Società Italiana di Psichiatria (SIP), nel nostro Paese la depressione maggiore colpisce 7,5 milioni di persone, il 12,5% della popolazione. Quali sono i sintomi della depressione e le terapie attualmente utilizzabili?
Funghi allucinogeni e depressione: lo studio britannico
La maggior parte dei partecipanti era gravemente depressa da più di un anno. L’età media era 40 anni. I pazienti, sdraiati su un letto in una stanza tranquilla, hanno vissuto un “viaggio” psichedelico per sei-otto ore.
I risultati della ricerca
Dopo una dose di 25 mg di psilocibina Comp360, insieme alla psicoterapia:
- uno su tre non è stato più diagnosticato come depresso a tre settimane,
- uno su cinque ha visto un miglioramento significativo a 12 settimane.
I ricercatori dei centri di ricerca britannici hanno però messo in guardia sul fatto che possano arrivare anche ricordi difficili del passato, che potrebbero peggiorare la situazione.
Preoccupazione per la sicurezza
Il giorno successivo e una settimana dopo, i pazienti hanno ricevuto supporto psicologico per raccontare la loro esperienza. Alcuni pazienti hanno manifestato effetti collaterali, come mal di testa, nausea, stanchezza estrema e pensieri suicidi.
Il capo della psichiatria dell’Università di Edimburgo, il professor Andrew McIntosh, ha affermato che lo studio ha fornito “la prova più forte finora per suggerire che sono giustificati studi randomizzati ulteriori, più ampi e più lunghi sugli psichedelici. La psilocibina potrebbe fornire una potenziale alternativa agli antidepressivi che sono stati prescritti per decenni”.