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Una ricerca ribalta il luogo comune che sostiene che il potere logori chi non ce l’ha
Il potere logora chi non ce l’ha è una celebre frase di Giulio Andreotti, così perfetta da riuscire a raccontare da sola i suoi cinquant’anni di governo e da essere entrata nel linguaggio comune, oltre ad avere dato il titolo a una vendutissima raccolta delle citazioni dell’uomo politico più potente del nostro Paese dal dopo guerra agli inizi del nuovo millennio.
Arriva però uno studio, pubblicato sul British Medical Journal, a ribaltare questo luogo comune, sostenendo che i leader mondiali vivono in media 2,7 anni dei loro avversari che hanno perso le elezioni.
I ricercatori hanno esaminato la vita di 279 fra capi di Stato e di governo di 17 diversi Paesi del mondi, confrontandola con quella di 261 candidati che non sono riusciti a raggiungere lo scranno più alto del potere.
Non solo i vari presidenti sono meno longevi, ma hanno anche un rischio più alto del 23% di una morte prematura. Naturalmente essendo generalmente in buona salute (fondamentale per vincere un’elezione) e avendo medici molto competenti che li seguono hanno comunque una vita media lunga, ma non quanto quella dei loro competitor politici.
Neanche a dirlo, i presidenti degli Stati Uniti d’America sono quelli più colpiti, con una differenza di quasi 6 anni rispetto agli avversari che hanno sconfitto. Grande attenzione è stata posta su Barack Obama, che è in effetti molto invecchiato da quando è diventato il Comandante in capo della Casa Bianca, nonostante abbia “solo” 54 anni.
La ricerca rivela che alti tassi di stress aumentano l’attività di alcuni ormoni, incluso il cortisolo, che può incrementare le possibilità di problemi cardiaci. “Le decisioni che prende il presidente degli Usa sono di grande impatto, e sono sempre sotto i riflettori di tutto il mondo” sottolineano gli autori dello studio.
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a cura della redazione
